PENSIERI & PAROLE…& FATTI!

dagli scritti 1938/1990 di Giambattista  Callegari   

Archivio Storico

a cura dell’ing.Giuseppe Callegari

 

                 Le pagine di questo documento raccolgono alcuni passaggi salienti tratti dall’Archivio Storico Personale di Giambattista Callegari (1938/1990), ivi inclusi brani stralciati dai testi pubblicati dal 1950 al 1980. Essi ci aiutano a meglio comprendere il pensiero dell’uomo-scienziato che ha dedicato l’intera sua esistenza alla ricerca ed alla realizzazione di strumenti “Pro Scienza e Socialità”. Sono un affresco lungo oltre mezzo secolo che ci fa anche capire come certi atteggiamenti non siano sostanzialmente cambiati. Nel contempo ci narrano i fatti cui la “Radionica e Radiobiologia” del Callegari hanno dato luogo, aprendo un impensabile orizzonte alla scienza e, quindi, all’uomo di oggi e di domani.

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“Dopo il 1932, con la scoperta di K.A.Jansky (radioonde del Cosmo o naturali), soltanto dei “conformisti disinformati” (cioè non aggiornati o negligenti?!) avrebbero potuto non riconoscere il loro errore di valutazione, disinteressarsi del problema ed ignorare, per quieto vivere, le proposizioni teoriche personali esposte dal Lakhowsky, proposizioni da discutere e da approfondire in quanto già confermate da un certo riscontro di attendibilità sul terreno di coltura floreale e cerealifera…Orbene, circa un mese fa, ho appreso che i “censori di Roma” – a dispetto della logica dei fatti e della libertà di ricerca scientifica! – hanno ribadito “tout court” la loro posizione negativa nei riguardi dei lavori del Lakhowsky (ritenuti metempirici?) ed anche nei riguardi degli esperimenti di Radiestesia (oltr’Alpe seguiti con un certo interesse), dai “censori” definiti ciurmeria, benché nei dintorni di Roma funzionasse (in segreto) una sezione militare per l’addestramento di “biosensori con pendolino!...

 

“Mi chiedo quali interessi copra l’atteggiamento antiscientifico dei “censori”, per giunta assurdo nei riguardi del Lakhowsky ed incoerente nei riguardi degli sperimentatori in Radiestesia. Lo scopo dei “censori” non è certamente quello di affossare una annosa e noiosa polemica tra gli accademici stessi. Si tratta forse di un gesto stizzoso dettato dall’avversione nei confronti dei liberi ricercatori scientifici? la cui opera sfugge al controllo dei “burocrati della Scienza”? Le motivazioni, quelle vere, sfuggono…Le problematiche affacciate dagli esperimenti di Lakhowsky e da quelli in chiave “psicoestesiologica” dei Radiestesisti non si dipanano con le censure e con le logomachie, bensì con la sperimentazione e l’apporto parallelo di un nozionismo aggiornato. Questa la mia opinione, per cui ho appunto deciso di utilizzare il tempo libero (purtroppo limitato) per una sperimentazione personale con strumenti radiotecnici elementari.

 

“Circa il problema Radiestesia le mie nozioni risalgono al 1936 e sono molto scarne, anzi deludenti. Infatti, non ho potuto verificare le indicazioni degli Autori-cultori d’oltr’Alpe perché il pendolino-massa (da essi proposto) nelle mie mani giace inerte come un qualsiasi filo a piombo. Non metto in discussione la buona fede di tali sperimentatori sui risultati delle loro osservazioni, a maggior ragione che gli stessi “censori di Roma “ hanno mostrato in proposito una patente incoerenza tra il dire e il fare. Per il momento,riservandomi un riesame a tempo debito del problema, mi limito a far osservare che gli Autori-cultori della Radiestesia svolgono l’informazione teorica e strumentale come se ignorassero il nozionismo elementare della Fisica, dell’Elettrologia e della Radiotecnica.

dalle pagg.1 e 2 e dalla pag. 3 della PRIMA MEMORIA(“NEI PROBLEMI DELLA SCIENZA, A MONTE DELLE TEORIE, FA TESTO IL RISULTATO DELL’ESPERIMENTO” Napoli,12 febbraio 1938)

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“Questa Relazione non si prefigge di insegnare qualcosa che sfugge agli Accademici. Quale libero ricercatore io non conto nulla nel clan degli scienziati italici. Gli appunti cronologici che seguono servono per mia personale memoria, onde stabilire una base di riferimento utile alla continuazione delle ricerche. Il concetto nuovo  (che espongo in rapida sintesi) non travalica le nozioni della Fisica note a tutt’oggi; esso indica semplicemente agli Studiosi che l’applicazione Radiotecnica non si ferma (per causa dei ben noti limiti tecnologici) alla λ di circa cm.3 , ma si spinge nella banda naturale delle microonde hertziane millimetriche…

Introduzione  alla RELAZIONE ”RADIONICA 1945” St.Agnan en Vercors, 12 settembre 1945

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“La ridotta disponibilità di tempo libero ed il preavviso, giuntomi dal Consolato, circa l’imminente rimpatrio (per il Governo Italiano sono un militare mobilitato oltr’Alpe) mi consigliano di chiudere il discorso qui, riservandomi di corredarlo con alcuni dettagli e di riportare, secondo l’ordine cronologico, in breve, gli esperimenti con D.R.C. dal 14 luglio al 7 agosto ultimo scorso (1945, ndr), in un supplemento di Appendice. Mi rendo conto che parlare oggi di bio-ingegneria è prematuro se non incauto. I princìpi Fisici non sono brevettabili…In Radionica il logomachismo non serve. Conta l’esperimento, ricordando che il nozionismo è perfettibile e che i limiti della Natura sono indefinibili. La teoretica sarebbe una vana ginnastica del cervello se non approdasse alla acquisizione di nuove informazioni utili alla conoscenza ed al benessere dell’uomo. Certamente l’applicazione Radiobiologica richiederà un pesante e lungo lavoro di documentazione (trattato di Medicina) e di esperimenti (redazione di un Tabellario fk). Le premesse per svolgerlo sono già abbastanza chiare; quindi, appena possibile, farò del mio meglio per raggiungere lo scopo. St.Agnan-en Vercors, 30 agosto 1945

dalla pag.33 della RELAZIONE”RADIONICA 1945” St.Agnan- en-Vercors, 12 settembre 1945

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“E’ giunto il fonogramma. Si rientra in Patria il 15 p.v.(settembre 1945, ndr), via Grenoble-Monginevro. Non mi resta che chiudere con una rapida sintesi.

RADIONICA: scienza / tecnica, estensiva dei processi Radiotecnici, che si occupa dello studio teorico ed applicato delle fenomenologie conseguenti al regime della sub-eccitazione elettronica naturale a livello della materia inorganica ed organica.

RADIOBIOLOGIA: scienza e tecnica che studia gli esseri viventi, in particolare l’organismo umano, attraverso le loro stesse espressioni di campo elettromagnetico. In citologia, la Natura opera con energie infime, qualitativamente selezionate, applicate nel tempo. La Radionica vi si adegua , ricalcando lo stesso canovaccio su piccola scala programmata. Alla base dei processi vitali il regime biochimico è una dipendenza del regime bioelettronico. Se vi è fase vi è salute e se sopraggiunge la sfase vi è squilibrio (o malattia, nell’accezione comune) i cui effetti dipendono dal “quanto di sfase”. Un rimedio di qualsiasi specie è tale se, in una data situazione, la sua azione elettromagnetica è complementare alla sfase… Il D.R.C. è un prototipo, forse perfettibile, che permette di proporre non un nuovo metodo di Medicina, bensì un metodo d’indagine scientifica in varie direzioni. Grazie alle sue eccezionali prestazioni, quello che sino ad ieri era un “problema” oggi appare un “teorema Radiobiologico”. Attualmente tale “teorema” è appena abbozzato, ma è già carico di prospettive. Il nuovo metodo dovrà essere rifinito, ampliato e articolato;pertanto sarà oggetto prevalente della mia futura sperimentazione. Non spetta a me giudicare. Sono convinto che il tempo dimostrerà che Radionica e D.R.C. sono in linea con i Lavori di Guglielmo Marconi e ne onorano la memoria.

dalle pagg.42 e 43 della APPENDICE alla RELAZIONE”RADIONICA 1945” St.Agnan- en-Vercors, 12 settembre 1945

 

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“Malgrado il mio silenzio, la notizia dei miei studi personali è trapelata per iniziativa spontanea dei molti sofferenti, che, grazie al K-Metodo, avevano ottenuto insperati benefici . Nel luglio scorso (1948, ndr), a Torino, un gruppo di Radiobiologisti mi ha sollecitato per l’apertura di un dialogo, dopo aver constatato i sorprendenti risultati di alcune dimostrazioni pratiche. Mi sono riservato…

“La  teoretica  sarebbe  una  vana  ginnastica  del  cervello  se   non  conducesse  alla  scoperta di informazioni  utili  alla conoscenza  ed alla organizzazione razionale.  I limiti della Natura non sono definibili. Le teorie scientifiche, in genere, possono essere considerate con un certo distacco, lasciando al tempo ed all’esperienza l’incombenza di affermarle o di affossarle. Ma i fatti, quando sono verificati dall’esperimento, restano e contano al di sopra delle teorie e delle opinioni. Tra questi fatti va indubbiamente annoverato l’Effetto K o Radionico!

dalla  “SINTESI  TECNICA DI RADIOBIOLOGIA SPERIMENTALE” (pagina 6) Napoli, 9 ottobre 1948 Monografia depositata in pari data presso la Biblioteca Partenopea di Storia, Scienze, Lettere ed Arti “Ernesto Palumbo” al N°1346-Scaffale 11

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“In questo campo di studi e di ricerche (siamo a Torino, nel luglio 1948, presso un gruppo di Cultori della Radioestesia Fisica, con Benedetto Lavagna, esperto anche di Agopuntura Cinese e di Erboristeria, ndr) non si deve avere fretta. Nell’ordine naturale delle cose le novitàinducono sempre, a prima vista, una certa diffidenza. Di solito l’ambiente che deve accoglierle non dispone di adeguata documentazione specifica e l’organizzazione scientifica ha le sue imprescindibili esigenze, le quali sono basate sul processo di gradualità. Se, poi, si tiene conto che il Sistema K non è attivato da forze tradizionali (correnti elettriche note, ecc.) il minimo che ci si possa attendere è un durissimo curriculum…I limiti del cervello umano sono dimensionati dalla Natura e vano sarebbe disconoscerlo.

 

“In sede conclusiva  mi èstato chiesto se, oggi, esiste o meno un “problema radioestesico”. La mia risposta è semplice: Nel 1945, grazie alla sperimentazione “Radionica” personale, ed alle relative  risoluzioni Bio-ingegneristiche nel campo delle microonde hertziane naturali, il problema è stato superato, destando comprensibile sorpresa nel clan dei Radiotecnici. Ma il “problema Radioestesia” continuerà ad esistere presso i romantici da salotto del “pendolino tradizionale”, per i parapsicologisti e, soprattutto, per i “maghi-divinatori”…Circa il mio “trovato Radionico” ricordo che esso è Pro Scienza e Socialità ed invito gli addetti ai lavori a provare , riprovare e verificare. A tale scopo mi propongo di offrire agli interessati, in via riservata ed a titolo personale, lo schema (con istruzioni) di una Centralina K, in un montaggio accessibile ai radiocostruttori dilettanti.

dall’ “ALLEGATO DI APPENDICE” (dalla pagina III e dalla pagina IV - Torino, 18 luglio 1948) alla “SINTESI TECNICA DI RADIOBIOLOGIA SPERIMENTALE”  Napoli, 9 ottobre 1948 - Monografia depositata in pari data presso la Biblioteca Partenopea di Storia, Scienze, Lettere ed Arti “Ernesto Palumbo” al N°1346-Scaffale 11

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“La ricezione radioestesica si estrinseca anche a distanza dalla sorgente radiante, come avviene in radiofonia (fenomeno di risonanza). Si può affermare con  tutta  tranquillità che  l’onda  pensiero  è  un’onda  elettromagnetica  ad  alta  frequenza dotata di una incalcolabile proprietà proiettiva e di un coefficiente di penetrazione molto elevato che la rende capace di annullare il fattore “spazio-tempo”. La telecaptazione radioestesica di radiazioni è, per l’operatore esperto, un fatto estremamente semplice e del tutto normale. Il tele-radioestesista opera su foto, su carta topografica o anatomica e persino su circuito di comparazione (onda di forma). La precisione delle indagini e delle tele-indagini radioestesiche dipende anzitutto dal tipo di oscillatore impiegato, cioè dalla perfezione del suo congegno elettromeccanico, e dalle capacità tecniche personali dell’operatore. I fenomeni cosmici, le perturbazioni atmosferiche e le tare eventuali che influenzano la costituzione bio-elettrica dell’operatore possono ritenersi altrettanti fattori negativi di cui bisogna tener conto in sede di conclusioni.

 

“La cellula , elemento costitutivo di ogni organo e tessuto, è costituita di molecole che a loro volta sono formate di atomi. Il Fisico ha incontestabilmente dimostrato che l’elettricità è nell’atomo. Ne consegue che, da un punto di vista rigorosamente scientifico, la macchina (umana, ndr) è una centrale bio-elettrica e, come tale, un complesso di circuiti oscillanti aperti (campi endogeni) in cui le self (induttanze, ndr) sono rappresentate dai complessi nervei e le capacità dalle masse. La somma algebrica dei valori di tutti i campi endogeni (onde endogene) costituisce il campo generale la cui onda persistente assume una lunghezza specifica (onda biologica generale) propria di ogni individuo. Il bosco è fatto di alberi, ma ogni albero ha vita propria; e la vita del bosco le comprende tutte!...Così visto nell’insieme, il corpo umano esiste in quanto esistono i diversi organi che lo compongono, come il bosco esiste in quanto esistono i singoli alberi! Da questa modesta considerazione sono cominciate, dieci anni or sono (1940, ndr), le nostre ricerche (di Giambattista Callegari ovviamente, ndr) nel campo della Radiobiologia Sperimentale Meccanizzata. (*) E’ ben noto che i nostri studi (idem c.s., ndr) sono personali ed assolutamente privati, esulando essi dal professionismo e dalla speculazione commerciale.

 

“Alla Radiobiologia Sperimentale vengono di solito presentati soltanto dei casi giudicati irriducibili in quanto tutti i tentativi sperimentati sono falliti. I metodi perequativi e tele-perequativi hanno dato prove chiare e documentate. …. La Radiobiologia Sperimentale Meccanizzata è indubbiamente   materia   scientifica  degna  della  più  alta  considerazione .  Nel  dare  un  effettivo contributo al progresso della Scienza moderna, essa  ravvisa quegli scopi e quelle

opere di pace che sono l’espressione più felice della Civiltà mediterranea.

da “STUDI PERSONALI DI RADIOBIOTECNICA SPERIMENTALE. SINTESI INFORMATIVA SULLA RADIOBIOLOGIA  SPERIMENTALE MECCANIZZATA” (dalle pagine 10, 11 e 15) Napoli, 1950 - Tipografia A.Caldarola-Piazza Carlo III, 12c

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“Il K-Metodo in Radiobiologia non è gradito ai “baroni della Medicina” nostrani. Essi vedono una minaccia alla loro “arte-business” e qualcuno di essi già ha avuto modo di constatare che il Dispositivo CRC scopre gli errori clinici. Nessuno contesta il K-Metodo, la sua teoria ed il suo mezzo strumentale: si preferisce “ignorarne ufficialmente” (?) l’esistenza!

 

“Nella storia della Scienza si sprecano gli episodi in cui concetti nuovi, travalicanti il pensiero in auge, vengono bollati di “eresia” e, poi, successivamente, vengano riconosciuti in perfetto accordo con il nozionismo della Fisica. Vedi Maxwell, Marconi 1895, Planck 1920, Fermi 1939,…Ora è il turno della Radionica e delle sue implicazioni (1945), la quale, peraltro, ha le carte in regola: I metodi tradizionali indagano lavorando sulla materia, mentre il K-Metodo indaga lavorando sulle espressioni di campo elettromagnetico della stessa! L’applicazione Radiobiologica è una “novità” giacché la Teoria Radiobiologica (1948-49) consiglia ai “baroni” di revisionare in senso evolutivo-costruttivo le loro idee “biochimiche” e, inoltre, indica la possibilità concreta del K-rifasamento in appoggio alle terapie  tradizionali. Il K-rifasamento ( nelle due direzioni : riduttivo ed integrativo ) è nient’altro che un fenomeno particolare di Darsonvalizzazione! Ed il processo si arresta automaticamente quando l’organo interessato ha recuperato l’isoenergismo biologico.

 

“Già da tempo mi sono accorto, discutendo con Fisici e Tecnici in forma accademica, che la comprensione di un “concetto nuovo” è legata al processo di “crescenza” del pensiero individuale e collettivo. In Italia, tale processo è più lento che altrove e ciò è dovuto alla burocratizzazione dei Centri e dei Servizi statali di studio…

dal “NOTIZIARIO” (dai punti 3., 4. e  5.) Napoli, 14 luglio 1955

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“La Radiobiologia Sperimentale è il ramo della fisica che studia gli esseri viventi, animali e vegetali, attraverso l'effetto radionico. Essa costituisce un nuovo campo d'indagine. Le idee nuove, di solito, inducono una certa diffidenza; all'epoca del nostro precedente opuscoletto (Sintesi Informativa - 1950) — divulgato per scopi scientifici e sociali, non già per velleità personali o speculative — avevamo pertanto previsto che la nostra informazione sarebbe passata inosservatao quasi. Invece, ci sono pervenuti consensi e riconoscimenti da varie parti, dimostrandoci che le nostre modeste ricerche erano seguite con interesse sia in Italia che all'Estero.

Ciò è stato per noi un incitamento ad insistere, sia per perfezionare gli schemi tecnici acquisiti, sia per raccogliere nuovi elementi dimostrativi dell'effetto radionico da noi intuito (1946-47).

Così, mentre da un lato abbiamo potuto approfondire alcuni tra i più complessi aspetti radiobiologici, quale il fenomeno oncogeno, nel campo teorico sperimentale abbiamo potuto mettere a punto un dispositivo radionico applicato allaottica, denominato « filtro fotonico », avente la caratteristica proprietà di agire in modo controllabile sugli effetti luminosidescritti dalla nota tabella di Helmholtz.

In campo radiobiologico, aderendo alle sollecitazioni ricevute, siamo lieti di illustrare il sistema radionico C.R.C, edil metodo per reperti e tele-reperti. E, poiché la radiobiologia è un'attualità di interesse generale, svilupperemo concettied idee con conversazioni piane ed elementari per modo cheesse costituiscano anche, nell'insieme, il testo di un corso accelerato teorico-pratico per gli amatori ed i cultori di questo campo di studi.

 

“…dobbiamo porci il seguente quesito: Sono gli oggetti effettivamente limitati dalle superfici che noi osserviamo? oppure, possono essi estendersi spazialmente con una serie di fatti che non ricadono nei limiti della nostra osservazione?

Gli unici fatti estensivi che possono essere da noi osservati sono quelli relativi alla radioattività, all'emissione, all'irraggiamento e fenomeni analoghi, mentre noi pensiamo cheogni corpo o massa possa esercitare un'azione intorno a sè, secondo leggi che gli consentono fatti estensivi, che appunto superano i limiti della sua configurazione, in analogia a quanto può avvenire in relazione all'azione reciproca dei campi elettromagnetici, la quale si svolge secondo l'andamento delle linee di forza.

La materia diventa sorgente di energia raggiante quando negli atomi che la costituiscono si verificano salti elettronici, cioè discontinuità. La Teoria dei Quanta (Planck ed altri) stabilisce che un corpuscolo (atomo o nucleo) può ricevere od emettere energia raggiante soltanto se le quantità di energia scambiata valgono fh, in cui f è la frequenza in periodi sec. della radiazione (con la condizione che i valori di f formino un insieme discontinuo di valori caratteristici del corpuscolo radiante) ed h una costante universale — detta costante di Planck — il cui valore in unità C.G.S. è 6,55-27 erg/sec.

Chiamando E1 ed E2 i due livelli energetici determinanti il salto, si può scrivere:

fh = E1-E2

Il termine fh si chiama quanto di energia corrispondente alla frequenza f. Un quanto di energia raggiante è, pertanto, proporzionale alla frequenza della radiazione considerata e costituisce il contenuto energetico del fotone o corpuscolo energetico. Si ha dunque ragione di pensare che l'entità fisica fotone è un centro di energia concentrata in quantità proporzionale alla frequenza, per cui una variazione di frequenza implica anche una variazione del quanto di energia.

Secondo la Teoria delle ondulazioni (Huygens, Joung, Fresnel), la luce consisterebbe in un moto vibratorio rapidissimo delle « molecole » della sorgente luminosa, moto che si trasmetterebbe alle molecole dell'etere cosmico, mezzo comodo ma ipotetico. Nell'etere, il moto vibratorio si propaga per onde in tutte le direzioni intorno al corpo luminoso e le vibrazioni delle particelle del mezzo sono perpendicolari alla direzione di propagazione, cioè le onde luminose (o radiazioni visibili) sono trasversali.

La Teoria elettromagnetica, sviluppata da Maxwell e confermata dalle celebri esperienze di Hertz, afferma che le onde luminose e le onde elettromagnetiche si trasmettono attraverso l'etere con la stessa velocità e differiscono soltanto per la frequenza, la quale è elevatissima per la luce ed assai meno elevata per le onde elettromagnetiche.

I fisici, con vari metodi, hanno potuto stabilire che la velocità della luce, nel vuoto, è di Km. 299.799/sec. ed hanno trovato comodo arrotondare la misura a 300.000 Km/sec.

Nei mezzi materiali la velocità della luce ha per valore

300.000

              —————Km/sec.

n

in cui « n » è l'indice di rifrazione del mezzo (1),  il quale, pe raltro, varia per le diverse radiazioni monocromatiche, sicché queste hanno diverse velocità nei diversi mezzi.

Ma siccome nei gas l'indice di rifrazione « n » è sensibilmente uguale a 1 per tutte le radiazioni, la Scienza ha ritenuto di poter trascurare lo scarto ± rispetto a 1 ed ha trovatopratico « accomodare » la questione assumendo per buonoil valore V = 300.000 Km/sec. sia per il vuoto, sia per il mezzo aria.

Maxwell ha definito la luce come la forma più pura del campo elettromagnetico, giacché i campi elettromagnetici sono in genere legati alla presenza ed al movimento delle particelle elettrizzate che entrano nella costituzione della materia, le quali sono circondate da campi elettrici e magnetici,le cui variazioni nascono le une dalle altre; tutti questi campi e/m determinano effetti complessivi di carica e correnteelettrica. Se una carica elettrica è animata da moto accelerato, essa irradia energia elettromagnetica e tale energia, a grande distanza dalla sorgente, assume la forma di un'onda e/m che si propaga senza fine.

Così, tutte le forme della luce, cioè tutte le radiazioni, sarebbero costituite da campi e/m, i quali, essendo liberati in qualche modo dai loro legami con la materia elettrizzata, avanzano liberamente nello spazio.

A seconda delle frequenze delle onde così emesse, esse apparterranno per noi alla categoria delle onde ultraviolette, visibili, infrarosse, hertziane.

A questo punto ci permettiamo precisare il nostro pensiero sui punti controversi e prospettare per sommi capi i presupposti che ci hanno indotto a sviluppare le nostre ricerche in un campo inesplorato, quello dell'effetto radionico, il quale potrebbe appunto essere la conseguenza di una di quelle leggi ancora ignote che regolano i fatti estensivi della materia, fatti che per ora non ricadono sotto la nostra osservazione.

Così, tra l'altro, è nata la Radiobiologia Sperimentale!

Come abbiamo visto, la teoria ondulatoria e la teoria elettromagnetica sviluppano il loro pensiero assumendo per base il concetto di un mezzo ipotetico, costituito da molecole, detto etere cosmico.

Salvo il nostro profondo rispetto per gli illustri studiosi che ci hanno preceduto, riteniamo che il concetto di « etere cosmico » possa essere sostituito con quello di campo-spazio costituito da « centri elementari di energia in quantità proporzionale alla frequenza », cioè da campi elettromagnetici elementari.

L'idea di spazio è la rappresentazione di un mezzo omogeneo, non limitato, senza qualità sensibile che gli sia propria, cioè il vuoto. Ma il « vuoto » equivale al « nulla » ed il nulla è un assurdo! Quindi: si deve più propriamente parlare d'una forma di energia irrivelata all'osservazione di cui alcune conseguenze potrebbero essere analoghe a quelle determinate dall'energia rivelata, propria del nostro spazio atmosferico.

L'energia agisce, almeno come appare dal nostro piano, secondo linee di forza (o direttrici) che sono legate anche alla forma del campo (fattore geometrico). Quindi: nel concetto di campo sono implicite le entità spazio e forma, l'una dovendosi interpretare quale espressione di quantità o capacità e l'altra quale espressione di proprietà.

Gli oggetti materiali possono definirsi porzioni di spazio definito (spazio contenuto) in qualità e quantità. La forma appare, dunque, il risultato del rapporto delle forze endogene dello spazio contenuto (campo dei corpi) e le forze esogene dello spazio atmosferico (campo spazio).

I centri elementari di energia in quantità proporzionale alla frequenza, secondo la nostra ipotesi, affermano il concetto fondamentale ed universale delle espressioni + (campo positivo o magnetico) e — (campo negativo o elettrico) in una condizione primaria di bilanciamento instabile ( ± ), cioè di isoenergismo. Essi possono considerarsi come grani infinitesimali di energia, cioè come grado minimo possibile in Natura della concentrazione di energia. Sono i cosidetti « fotoni » per i quali si ammette (L. De Broglie ed altri) l'associazione di un campo e/m e, conseguentemente, di un'onda associata detta onda De Broglie la cui lunghezza è h/mv, dove « h » è la costante di Planck, « m » la massa e « v » la velocità della particella.

Tali « centri elementari » ci appaiono come dei campi e/m infinitesimali, che stanno ai campi e/m derivati come l'atomo sta alla materia!

Se nel campo-spazio ideale (spazio matematico) le variazioni endogene dei campi e/m infinitesimali possono intuirsi ristrette ad un fenomeno compensativo tra elemento ed elemento, non così può pensarsi nel campo-spazio ponderabile del nostro sistema, dove si deve tener conto anche dell'indice di rifrazione «n », il quale implica dispersioni e cadute della velocita secondo la già citata relazione v=300.000/n km/sec.

Gli studi di Maxwell insegnano che ogni variazione di un campo magnetico ( + ) fa nascere un campo elettrico (—) e viceversa. Ora, seguendo la nostra ipotesi, le variazioni endogene dei campi e/m comportano la frattura del « bilanciamento instabile ± », cioè della condizione primaria di isoenergismo, per cui si avrà l'attivazione del campo (positiva o negativa) con conseguente effetto radionico.

La variazione di forma, però, non appare una conseguenza, bensì la causa della variazione di campo.

Il « filtro fotonico/Callegari » (di cui è cenno nella prefazione) è il risultato concreto delle esperienze elaborate per verificare l'attendibilità della nostra ipotesi. Esso nasce da un nostro « sistema radionico », costituito da elementi (1) oscillanti equivalenti associati secondo uno schema predisposto,determinante un campo e/m attivato dall'induttore terrestre.

Tale « sistema radionico » ,nel suo schema-base, sul quale ci proponiamo insistere in altra sede, può assumere sia la condizione di bilanciamento instabile ( ± ), cioè di isoenergismo terrestre (1), quanto la condizione di  attivazione, mediante variazioni di posizione nello spazio degli elementi del sistema, secondo valori goniometrici riferiti al meridiano magnetico terrestre.

Detto « sistema radionico », naturalmente, può essere trasformato in « sistemi radionici derivati », cioè adatti agli scopi e applicazioni desiderati. Così, oltre al prefato « filtro fotonico » (vedi fig. 5) — proposto all'attenzione del Cons. Naz. delle Ricerche — realizzato per esperimenti nel campo dell'ottica, va citato l'oscillometro radionico/C per la misura dei campi radionici, la C.R.C, per studi radiobiologici, etc.

Ciò che interessa è constatare che l'onda radionica, per quanto debolissima, manifesta effetti ionizzanti (2) sui mezzi ponderabili del nostro campo-spazio ristretto e, tra questi, sul mezzo-aria.

L'atmosfera terrestre può considerarsi costituita da strati trasparenti sovrapposti, la cui « densità » diminuisce con il crescere dell'altitudine. In essa, dunque, ha luogo il fenomeno di rifrazione e di dispersione. Ora, è evidente che potendo in qualche modo ridurre il valore di « n » del mezzo-aria potranno forse evidenziarsi effetti ignorati.

Infatti, il precitato « filtro fotonico » delimita dei « canali radionici » informati ai valori della radiazione visibile da osservare (1). L'istrumento è regolabile e viene montato sull'obbiettivo di una camera per presa di immagini. Si possono così osservare (lastra smerigliata) o fotografare (lastra sensibile) gli effetti delle variazioni in base alla nota tabella di Helmholtz dei raggi complementari.

Il che conferma l'attendibilità dell'ipotesi radionica da noi formulata.

 

“Gli organismi viventi, da un punto di vista fisico generale, appaiono delle realtà biologiche che s'inquadrano nel campo universale come ogni altra realtà del nostro sistema di osservazione. Essi sono, in altri termini, delle manifestazioni caratteristiche dell'energia polivalente e possono definirsi dei « campi radionici caratteristici » la cui energia agisce nello spazio comune sotto la forma elettromagnetica, vale a dire con radiazioni di determinata frequenza, i cui valori sono compresi nella banda delle frequenze elettromagnetiche.

L'organismo umano, del quale ci occupiamo, si estrinseca con una emissione radionica persistente la cui onda (onda biologica generale) è di valore quasi costante: circa 18000 U.A., cioè 1,8 millesimi di m/m (campo infrarosso). I lievi scarti in più o in meno sono individuali, dipendono da fattori costituzionali ed endocrini, da rapporti antropometrici (1) ed anche ambientali (2), e costituiscono il fattore di differenziazione tra individuo e individuo.

 

“Nel campo generale dell'organismo umano sono attivi infiniti campi e/m elementari, costituenti campi secondari (campi endogeni) l'uno dall'altro distinti, ma inter-dipendenti. Se ne conosce un grande numero; molti altri sfuggono ancora alla nostra attenzione.

Un organo appare, dunque, una sintesi di quei campi e/m elementari che costituiscono gli atomi, i quali, a loro volta, formano le molecole componenti le cellule. Esso deve, pertanto, considerarsi un campo e/m attivo ed eccitabile, capace (in determinate condizioni spaziali) di estrinsecare la propria energia con un'onda specifica (onda endogena) legata a quella del campo generale (portante). Indagando in funzione di questa ipotesi, abbiamo ricavato i seguenti valori radionici propri dei principali campi endogeni in perfetto equilibrio (crasi)…(segue tabella qui non riportata, ndr).

 

La vita intima della cellula è governata da leggi quantiche, come negli atomi : il centrosoma appare un ione positivo (nucleina) ed è immerso in un interspazio neutro (paranucleina); il protoplasma, prevalentemente costituito da sostanze proteiche, è formato da una maggioranza di ioni negativi: La cellula è delimitata da una membrana (setto poroso organico) inversibile per induzione. Ai fini bio-chimici, la cellula normale è ipo-alcalina, vale a dire « neutra-1/9 » rispetto all'acqua, elemento perfettamente neutro. Abbiamo rilevato che il Litio (Li) e il Cloruro di Sodio (NaCl), in limiti isotonici, non alterano lo stato normale della cellula. Il potassio (K), invece, ne irrobustisce il bio-ritmo.

Nel processo di ricambio, la cellula si devitalizza per trasmutazione del nucleo : gli elettroni del protoplasma assumono la forma di « scorie acidosiche » che vengono in parte assorbite e rielaborate (dalla milza?) ed in parte e spulse per osmosi.

 

Dobbiamo qui far rilevare che l'indagine radiobiologica ha evidenziato, in una serie di prospezioni sperimentali (1947), l'esistenza di un certo numero di punti o placche assai sensibili all'azione radionica interna ed esterna. Si tratta di placche superficiali che rappresentano i terminali (o antenne) delle diramazioni nervee periferiche dell'organismo umano. Notevole interesse pratico presentano in special modo le placche planteari e la terna di placche ubicate alle braccia, giacché esse rivelano un'onda radionica identica a quella dei campi endogeni (vedi).

Così, per esempio, al centro della pianta del piede destro è stata localizzata una di tali placche, che corrisponde al plesso bronco-polmonare (5580 U.A. — campo verde pisello); mentre al centro della pianta del piede sinistro è stata localizzata una placca, che corrisponde al campo cardiaco (4725 U.A. - campo blu e così via (1).

Ora, il lato importante di questa scoperta consiste, come vedremo, nel fatto che tali placche superficiali passano dalla condizione di bilanciamento (x ± y°) a quella di bilanciamento alterno (x ± yn) e di squilibrio (x+y) e (x—y) identicamente e sincronicamente con quanto avviene nel campo endogeno ad esse riferito. Non solo: si è rigorosamente osservato che agendo in senso perequativo su dette placche si agisce indirettamente anche sull'organo interno con il quale sono in risonanza diretta!

Quindi: l'indagine radiobiologica sulle zone dermiche corrispondenti alle placche delle antenne nervee permette di ricavare elementi di controllo del reperto-base; e le placche consentono di agire in senso utile sugli organi interni corrispondenti, mediante « filtri di seta-colore » (informati all'onda complementare) applicati in loco (prassi radio-osmotica). Ciò è confermato dall'esperienza; e riteniamo molto fondata l'ipotesi che le antenne periferiche giuochino un ruolo assai importante nell'equilibrio endogeno degli organi.

Poiché il trattato di anatomia non considera questa questione, riportiamo in fig. 7 la carta anatomica delle antenne periferiche inferiori (che sono le più importanti per il radiobiologo) e, qui di seguito, la relativa tabella descrittiva (si rimanda ai testi ed agli Appunti del Corso, ndr).


E' molto importante riconoscere che l'energia spesa per la conservazione e la funzionalità dell'organismo umano è reintegrata, man mano, secondo i bisogni contingenti ed i bio-ritmi naturali, dalla «pila biologica» attivata dai processi bio-chimici. Si tratta di fenomeni assai complessi e non ancora completamente sviscerati dalla Scienza. Si sa, però, che la ghiandola pilota del sistema endocrino e misto, l'ipofisi, vi giuoca un ruolo notevole quanto oscuro.

Questa questione è particolarmente importante e non possiamo trascurare di trattarla in dettaglio, in base al risultato delle indagini radiobiologiche da noi condotte.

Secondo la concezione biologica comunemente accettata, le ghiandole endocrine sono organi particolari che elaborano per processo bio-chimico delle sostanze eccitatrici, dette ormoni, che - versate nella corrente sanguigna - collaborano all'armonia delle funzioni ed allo sviluppo dell'organismo. L'ipofisiè la principale di tali ghiandole endocrine, fa parte dell'ipotalamo ed elabora una vasta gamma di ormoni di cui solo una parte catalogati dalla Scienza.

La disfunzione dell'ipofisi, comunque, è ritenuta responsabile della maggior parte degli squilibri dell'organismo umano.

L'indagine radiobiologica non solo conferma la concezione biologica, ma la integra di elementi importanti:

a) Sia per la sua costituzione che per le sue funzioni, l'ipofisi appare nel ruolo d'un « triodo bio-elettronico » essa agisce su tre onde radioniche diverse ed appare l'unico campo endogeno dotato di tale proprietà.

Pre-ipofisi : funzione prevalentemente ghiandolare, campo radionico arancione, impulsi bio-elettronici di tipo catodico (—) su onda del Cesio (= 6390 U.A.)

Post-ipofisi: funzione prevalentemente nervosa, camporadionico verde freddo, impulsi bio-elettronici di tipo anodico ( + ) su onda del Litio (= 5020 U.A.).

Pars-media: funzione mista (ghiandolare-nervosa) a resultante neutra, campo radionico rosso, impulsi bio-elettronici inter-oscillanti (griglia elettronica ±) su onda del Rodio (= 6900 U.A.). La pars-media appare un elemento comune agli altri due, dotato di « accomodamento » rapidissimo; essa riceve gli impulsi, li « filtra » e li trasferisce (secondo i bisogni) sulle antenne nervose dei centri del midollo allungato, del cervello, del neurasse, del campo vasale, e — quindi — su tutto il sistema cerebro/spinale e neuro/vegetativo.

b)Tra l'ipofisi ed il sistema cerebro/spinale vi è un inter-scambio di impulsi, nel senso che l'ipofisi agisce da circuito primario (induttore) e il cerebro/spinale da circuito secondario (indotto). Non va qui trascurato il fatto che il cervello appare come una super-ghiandola, avente funzioni generali e particolari, che nel suo insieme può considerarsi come strumento creativo (pensiero) e come super collettore di impulsi d'ogni specie (sensazioni). Ora, il cervello è bio-elettronicamente registrato dal triodo ipofisario; e, poiché il sistema cerebro/spinale — a sua volta — controlla tutta la rete delle antenne nervee, scaturisce la conseguenza che ogni antenna nervea (superficiale o endogena) rappresenta una sottostazione del cervello. Ciò spiega l'iper-sensibilità di alcuni individui alle influenze radioniche esterne od ambientali (sindrome cosmopatica, etc.).

c)La cosiddetta distonia neuro/vegetativa è l'effetto d'una emissione bio-elettronica ipofìsaria distoria (pre-ipofisi, eccedente; post-ipofisi, carente). Per la stessa causa possono verificarsi distonie nelle altre ghiandole endocrine (1) e miste (2).

d)Per quanto detto al punto a), si deve dedurre che l'ipofisi è sensibile a tutte le radiazioni, come una foto-cellula (3), le registra, le trasforma in impulsi bio-elettronici modulati.

e)La crasi umorale è espressione di equilibrio biochimico, il quale dipende dal funzionamento ipofìsairo. Una accelerazione della pre-ipofisi in concomitanza con una decelerazione della post-ipofisi fa sorgere la discrasia umorale di tipo acido, foriera di infiammazioni a carico di qualunque sistema od organo. Nel caso inverso si ha la discrasia di tipo alcalino, che conduce a fatti « reumatici » del complesso linfatico, alla sindrone astenica, alle insufficienze. Lo stabilirsi di una discrasia alterna (acida-alcalina e viceversa) determina perturbazioni molto complesse la cui portata è imprevedibile. Vedremo in altra sede che il primo fattore del fenomeno oncogeno consiste appunto in una distonia del triodo ipofisario.

L'organismo umano appare, dunque, l'associazione di vari elementi secondo uno schema funzionale d'insieme, cioè un complesso ad architettura prestabilita che, assumendo le proprietà e le capacità o personalità dei singoli elementi e rendendole inter-dipendenti, acquista una propria personalità ed una propria capacità affatto uguali a quelle dei singoli.

 

“TEORIA RADIOBIOLOGICA (SINTESI) Ogni perturbazione apportata al funzionamento armonico d'un organismo vivente è detta malattia e ogni elemento o composto idoneo ad eliminare tale perturbazione è detto rimedio. In medicina, le malattie ed i rimedi sono classificati seguendo dei criteri pratici (classazione per gruppi: malattie del sistema nervoso, endocrino, circolatorio, respiratorio, del ricambio, etc.; antibiotici, salicilati, tonici, riduttori, etc.) ed i singoli riferimenti formano nei vari casi la diagnosi e la cura o trattamento.

Questa, in sintesi, la concezione classica...

La teoria radiobiologica, già da tempo da noi enunciata, definisce la malattia l'effetto di un'alterazione bio-elettronica, cioè la conseguenza d'una variazione anormale del campo radiobiologico, variazione che comporta una variazione dell'onda radionica. Pertanto, dove esiste un equilibrio bio-elettronico perfetto non vi è malattia.

Seguendo analogo concetto, il rimedio è un campo radionico il cui effetto si manifesta con un'onda complementare a quella del campo anormale considerato.

Questa nuova interpretazione dei fenomeni biologici permette di studiare e di valutare le perturbazioni organiche non già attraverso gli effetti o sintomi (metodo classico), bensì attraverso le variazioni di campo, le quali sono la causa reale delle perturbazioni (effetti e sintomi)! Ora, una tale tecnica di valutazione richiede delle misure e le misure sono annotate con numeri. I nomi, pertanto, costituiscono, per questo metodo tecnico, una semplice relazione esteriore per consentire ai cultori del metodo classico (i medici, i biologi, i chimici) di comprendere il linguaggio radiobiologico.

Onde evitare confusione e false interpretazioni, riteniamo opportuna una precisazione:

Il sistema radiobiologico non è stato da noi ideato e concretato per soppiantare la metodologia classica della Scienza medica. Tutt'altro! Gli studi radiobiologici sono un mezzo completivo, assai utile ed interessante, di collaborazione scientifica nella ricerca e nella rimozione delle cause che sono alla base di molti casi resistenti al trattamento.

Dove la prassi normale non ha dato i risultati sperati si può sempre ricorrere all'indagine radiobiologica con probabilità di successo. Questo abbiamo potuto personalmente constatare nel corso delle ricerche.

Inoltre, non va trascurata l'importantissima possibilità dell'indagine a distanza, la quale permette di esaminare una data situazione in qualunque momento, in tempi diversi, senza alcuna limitazione di tempo e di spazio e con notevole sicurezza istrumentale.

Il mondo va avanti! Il progresso è continuo in tutti i settori della conoscenza. Non abbiamo gettato le basi della Radiobiologia Sperimentale per ambizioni personali o professionali. E' risaputo che i nostri studi sono personali e che abbiamo lavorato da isolati per lunghi anni, senza l'aiuto finanziario di chicchessia, per il piacere di collaborare in qualche modo per il benessere della socialità. Non neghiamo di essere moralmente soddisfatti dei risultati acquisiti e di essere animati, come lo fummo all'inizio delle ricerche, dal desiderio di fare sempre di più e meglio se le circostanze ce lo consentiranno.

da “RADIOBIOLOGIA SPERIMENTALE” Edizione in proprio-NAPOLI 1957 - Arti Grafiche SAV-Bellavista-Napoli-Via S.Pietro,64 - (Prefazione, PARTI I, II, III)

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“La Radionica
non è una curiosità scientifica del XX Secolo. Il tema che propone, e studia e sviluppa, interessa la Fisica Moderna. Le sue realizzazioni pratiche messe a punto sino ad oggi, nel dimostrare la validità di una idea nuova, collaborano a risolvere scabrosi problemi come, appunto,

quello Radiobiologico.

La teoretica sarebbe una vana ginnastica del cervello se non conducesse alla scoperta di informazioni utili alla conoscenza ed alla organizzazione razionale. A maggior ragione che non si può disconoscere, alla maniera di qualche ultra-conformista, immemore delle lezioni del passato, come la Scienza e la Fisica abbiano dei limiti indefinibili!

Una proposizione teorica, quale la K-Teoria (1945), è valida se viene confermata dall'esperimento e se si rivela utilizzabile sul piano pratico. Orbene, la Radionica ha le carte in regola!

La capacità a recepire una valida idea nuova, almeno per quanto concerne il «Principio radionico», è niente altro che un problema di «crescenza» del pensiero collettivo.

Vedremo a suo luogo che tale Principio si inquadra tra le teorie più avanzate della Fisica, che esso appare il giusto seguito delle idee di Maxwell e di Planck, che esso costituisce un avanzamento, su nuova direzione, delle magnifiche realizzazioni di Hertz e Marconi, ed apre alla Scienza un capitolo inatteso: la fenomenologia radionica (K-fenomenologia) ed i suoi effetti strumentalizzati nel metodo di indagine radionica ( K –indagine).

Ha scritto Marconi (1903): «La telegrafia senza fili non è che una semplice conseguenza della applicazione dei mezzi impiegati dalla natura per ottenere gli effetti di luce, di magnetismo e di calore attraverso lo spazio»...

L'ennesima conferma di tale verità è fornita dal metodo Callegari di K-radioscopia in microonde hertziane!

Il discorso «radionico», trasferito nel trattato di Fisica, si inserisce tra i capitoli Elettrologia-Radiotecnica e Fisica moderna. Ma esso fa storia a sè.

 

“Grazie all'ingegno dei suoi Operatori ed all'elevato livello tecnico dei mezzi di osservazione e misura di cui dispone, la Scienza può vantare una certa conoscenza  dell'Universo osservabile.

Lo studio del macrocosmo e del microcosmo si è sviluppato di conserva ed il bagaglio di nozioni e di immagini si arricchisce di giorno in giorno.

Può quindi sorprendere che qualcuno proponga di studiare il complicato mondo in cui viviamo mediante uno strumento quasi tascabile come il Dispositivo CRC!

II primo ad esserne sorpreso fui proprio io, nel lontano 1945, e nulla ho trascurato prima di arrendermi all'evidenza dei fatti. Nell'arco di oltre trent'anni la mia personale sperimentazione è stata continua, sia per costituire una statistica, sia per tenere il passo con l'aggiornamento del nozionismo scientifico e sia per scopi di ulteriore ricerca. Divergenze tra il concetto radionico e l'esperimento non sono mai affiorate. Ne discende, alla resa dei conti, dopo migliaia di prove, che il discorso sulla Radionica interessa la Scienza di tutti e non soltanto la scienza di specialisti.

Per quanto attiene l'interesse di Biologi e Medici delle varie Scuole, stante la dimostrata utilità della bioingegneria applicata, è prevedibile che il «Teorema Radiobiologico», da me prospettato su base bio-elettronica, induca ad un ripensamento e ad una ristrutturazione del pensiero attuale basato sulle problematiche non sempre lineari della bio-chimica.

Il K-metodo d'indagine - impiegabile utilmente in Geologia, Mineralogia, ldrologia ed affini, Chimica e Biochimica, Biologia, Agronomia e colture, Veterinaria, Medicina e Cosmologia - dispone di uno strumento elettivo qual è il Dispositivo Radionico Callegari CRC (Centrale Radiobiologica Callegari), i cui modelli storici, compreso quello attualmente realizzato amatorialmente dal Laboratorio Scientifico Gb.Callegari,  sono riportati nelle foto di Tavola I e Tavola II fuori testo .

Con un attento studio e con un valido addestramento, sotto la guida sicura e precisa di un esperto in materia, lo strumento può essere utilizzato come una delle tante «scatole nere» offerte dalla tecnica del nostro tempo.

Scorrendo con attenzione le pagine di questa monografia, il Lettore avrà modo di documentarsi e di valutare egli stesso. Anche tra le pagine della Parte I (Radionica) egli si troverà a suo agio, perchè il testo lo accompagnerà sul tracciato da me stesso percorso, al coperto da preconcetti e da suggestioni industrialoidi e consumistiche...

 

“Nel campo delle teorie fisiche, a parte le inevitabili discordanze di dettaglio, nessuno può affermare delle verità assolute. Il punto di partenza di ogni scienza è l'osservazione diretta di un fenomeno, la raccolta di dati, la formulazione di ipotesi atte a spiegarne le cause e la dinamica, la verifica strumentale coordinata in base all'esistente nozionismo. Talvolta la ricerca di una spiegazione esige l'apporto coraggioso di concetti integratori e di ipotesi analogiche, apparentemente non pertinenti ed anti-conformiste ma consigliate dall'esperienza. Orbene, lo enunciato radionico e le sueapplicazioni sono il risultato inatteso di un tale processo, iniziato nel 1939 con l'analisi delle implicazioni dell'esperimento G. Lakhovsky (1924) detto «dei gerani».

 

“La FISICA si è resa conto che l'universo osservabile deve considerarsi idealmente «ponderabile», a tutti i livelli, ed ha accettato il concetto campo-spazio = energia (Einstein), nel quale il livello più fino sarebbe il vuoto fisico equivalente allo spazio ideale di Maxwell (1865), nè impedente, nè dispersivo per la trasmissione dell’energia.

Energia (E) è una grandezza che, nel suo insieme, esprime i concetti fondamentali di esistenza, lavoro, spazio-tempo, potenza, moto, risonanza,.....Questa energia si manifesta sotto forme diverse. Nel sistema solare e galattico l'energia appare secondo due forme fondamentali interdipendenti:

Materia (atomi, molecole, corpi), cioè energia fortemente concentrata in determinati punti del campospazio; Radiazione(fotone-onda), cioè energia elettromagnetica presente ovunque, che si manifesta con corpuscoli ed onde gli uni associati alle altre (De Broglie), vale a dire con  fotoni differenziati  w = fh (Planck).

 

“Recepite le nozioni essenziali sul concetto radionico e sui K-radiorisonatori LCR/SHF, al lettore poco o nulla interessa conoscere lo schema tecnico del Dispositivo CRC. Di fatto, lo strumento è reperibile bell'e fatto e tarato, la sua funzionalità è fuori discussione da un pezzo, può essere impiegato senza rilevanti difficoltà con un minimo d’addestramento (K-metodo) come una delle tante «scatole nere» messe a disposizione dalla tecnica moderna. La Fisica moderna definisce «scatola nera» qualsiasi strumento, fisico o biofisico, usato senza conoscerne la struttura interna, accontentandosi di sapere che ad ogni «entrata» corrisponde una ben determinata «uscita». La radio, la televisione, l'amperometro, il termometro, l'occhio, etc. sono scatole nere.

 

“Qui è opportuna (sopratutto per i neofiti) una precisazione. Il K-oscillometro (Z) è un radioelemento di azione-reazione legata alle forze di Lorentz nel campo magnetico terrestre (fisica particolare sciorinata nel 1945 da chi scrive) che non ha nulla da spartire con il «pendolino radioestesico» (già noto agli antichi egizi e rispolverato verso la metà del XIX secolo). Purtroppo il K-oscillometro non divina nulla! però, in compenso, rivela-misura K-segnali di convergenza (risonanza) e di divergenza (dissonanza) delle strutture della materia inorganica ed organica.

 

“Il Dispositivo CRC realizza un sistema-metodo di K-radioscopia in microonde hertziane. La K-indagine collabora con tutti gli altri metodi. La strumento si presta per qualsiasi verifica di K-funzionalità con mezzi e metodi da Laboratorio di Fisica. Questo è noto da tempo. Il settore radiobiologico Homo è il campo d’elezione e si può dire che rappresenta lo scopo precipuo da me assegnato alla Radionica.

La K-indagine, tuttavia, può essere utilizzata in vari altri settori: veterinaria, botanica, geologia, archeologia, antropologia, chimica, bio-chimica, cosmologia...Tanto è stato dimostrato non soltanto da chi scrive, ma anche da un folto gruppo di studiosi sparsi ovunque e, dal 1971 in poi, dal benemerito C.S.R.S. di Napoli appositamente costituito per onorare-continuare i miei personali lavori. Esprimo agli estimatori della mia modesta opera il mio cordiale grazie.

 

“Le nozioni vecchie e nuove che precedono, tutte da ritenere e da meditare, formano il bagaglio minimo dell'Operatore CRC qualunque sia la direzione «specializzata» che egli si propone. Il Dispositivo CRC è il solo strumento che consenta determinate rilevazioni sulle strutture. In questo capitolo indicherò l'iter di alcuni K-esperimenti.

Ma attenzione! L'uso stravagante del Dispositivo CRC, cioè difforme da quello codificato dal K-metodo, è deprecabile e va censurato quale manifestazione d’incoerenza scientifica. Il K-metodo è una disciplina troppo seria (come qui si vedrà) per sprecare energie e tempo in dimostrazioni da salotto ed in gesti di sciocco esibizionismo.

Il Dispositivo CRC ha un’accurata messa a punto in funzione dei limiti e del governo controllato delle reazioni e dei servizi. Per esempio: il servizio radiobiologico del «K-rifasamento» (processo molto importante) è controllato in ogni caso da un «K-autoradiostop» per cui tale servizio non è condizionato da perplessità d'ordine tecnico, quali l'errore nel calcolo e nell’impostazione dei dati utili od errori nel tempo d’applicazione!

 

“Il 3/8-1945 è stato assodato che la foto di un neonato e la foto dello stesso soggetto adulto rivelano lo stesso identico fk. Eventuali mutilazioni, sopravvenute dopo la nascita, non alterano la situazione dal punto di vista radiobiologico-strumentale generale, ma tali eventuali mutilazioni vengono rivelate dal K-reperto quali «squilibri», così come vengono rivelate le «cicatrici»! Per un dato soggetto, l’onda biologica generale umana, risulta invariabile dalla nascita alla morte perché profondamente legata alla matrice DNA-RNA della cellula, la cui condizione di equilibrio bio-elettronico dipende dalle variazioni della umoralità endogena ed esogena della stessa. Erwin Schroedinger ha visto giusto quando ha posto l’ipotesi che i farmaci in realtà agiscono per azione elettromagnetica (risonanza) piuttosto che per azione biochimica. A questo proposito l’azione di K-rifasamento radionico (il primo esperimento risale al 23-24/7-1945 e può essere definito «storico») fa testo!

 

“A mente del concetto radionico (Cap. 2) i corpi materiali tutti del micro e del macrocosmo possono anche definirsi porzioni di spazio contenuto (= energia concentrata in qualità-quantità differenziata), la cui forma deve essere il risultato del rapporto tra le energie endogene (campo dei corpi) e le energie esogene (campo-spazio). Le energie endogene hanno una dinamica governata (per via della sub-eccitazione) dalla costante oscillatoria «LC» (Thomson-Kelvin), che rappresenta il «fattore comune della K-radio-omogeneità funzionale», per cui i corpi sono dei dipoli elettrici e, come tali, sono caratterizzati da una λk differenziata, monocromatica negli atomi, come monocromatica nei K-dipoli circuito, non monocromatica negli altri casi.

 

“Lo stato di possibilità dipende unicamente (come prova l'esperienza) dalla risoluzione di problemi tecnico-strumentali. E questi sono stati tutti risolti in linea di principio grazie alle eccezionali prestazioni della «macchina radionica» o Dispositivo CRC Callegari.

Lo sviluppo del K-metodo è articolato sul freddo ragionamento e non sul linguaggio misteriosofico!...

D'altronde, in campo scientifico tutti i capitoli restano aperti all'infinito perchè l'uomo non finirà mai di frugare nei misteri della Natura.

 

“Sulla traccia di questi esperimenti fondamentali, all'insegna del K-Metado, l'Operatore CRC può spaziare per proprio conto, cioè strumentalizzare il proprio talento nella ricerca, la propria inventiva. Egli, insomma, fa parte dello «insieme» radionico!...

Il linguaggio tecnico del K-metodo è costituito di numeri (cioè di grandezze aritmetiche), di valori fk, i quali possono essere tradotti nelle terminologie usuali (vedi Tabellario — Appendice) onde stabilire il dialogo con gli altri metodi di studio e di ricerca scientifica.

Le prestazioni del Dispositivo CRC sorprendono anche in ragione della semplicità apparente dell’ingegneria applicata. Di fatto lo strumento mostra di essere un super-calcolatore, qualcosa come un «cervello radionico»! E noi sappiamo che i «calcolatori elettronici» della tecnica moderna sono dei congegni molto «sofisticati»...

La semplicità non è un problema e la Natura — che certamente strumentalizza mezzi semplici — non ha certamente forgiato la propria ingegneria spulciando nelle biblioteche dei nostri Politecnici! L'ingegneria «naturale» del ragno (per citare un fatto noto) dovrebbe servire d’esempio... Unfatto è certo: i compartimenti stagni vanno benissimo per le navi e molto meno bene per il progresso scientifico! Il nozionismo classico è talvolta colto in contro piede dal risultato di esperimenti ritenuti «eclettici». Possiamo adombrarci per questo? ..

da “RADIONICA E RADIOBIOLOGIA” Edizioni Spazio Uno sas – Napoli – 1980 (Premessa, PARTE I “RADIONICA”Capitoli 1, 2, 3, 4)

 

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“Nella premessa e nel corso del discorso radionico (Parte I) abbiamo assegnato una nuova definizione al termine Radiobiologia (aggiornamento obbligato dopo la messa a punto del K-metodo) ed abbiamo affermato (con cognizione di causa, s'intende) che la più importante applicazione di servizio del Dispositivo CRC è appunto nello studio e nella ricerca nel difficile campo degli esseri viventi in generale e dell'organismo umano in particolare.

La Teoria Radiobiologica (1949), che esporrò al prossimo capitolo, è una derivata del concetto radionico (1945), discusso nel Cap. 2, Parte I, e la sua «realizzazione strumentale obbiettiva» è nient'altro che l'ampliamento su base specializzata delle nozioni emerse dal K-esperimento (I), Cap. 4, Parte I.

Il concetto «radiobiologico» non si presta ad illazioni: il regime bio-chimico è in Natura subordinato al regime bio-elettronico! Questo concetto (che tiene conto di tutti gli aspetti che interessano la fisiologia umana) è stato riferito alla «specie Homo» (altrettanto dicasi per la sua strumentalizzazione), ma può essere esteso a tutti gli esseri viventi mediante il concorso di qualche variante marginale.

Gli esseri viventi, dall'unicellulare dei due regni all'uomo, vanno riguardati anche come bio-dipoli complessi a struttura colloidale-emulsoide.In essi la immagine bio-chimica — sulla quale poggia da secoli il pensiero conformista — si fonde con la immagine bio-elettronica, perchè la «reazione chimica» altro non è che un riaggruppamento di particelle elettrizzate (nuclei ed elettroni) nelle strutture atomico-molecolari.

Nella cellula vivente, la sub-oscillazione operante nei dipoli microfisici (atomi) formanti l'insieme, attiva una bio-corrente faradica(e non galvanica) che viene poi trasformata (raddrizzamento operato da semiconduttori) in corrente pulsante, cioè in quella microcorrente che viene studiata dagli Elettrobiologi.

La cellula è l'elemento vitale reattivo, entro «valori discreti», alle azioni modificatrici (stimoli) che le sono indotti dall'ambiente esogeno in cui è immersa.

Gli organismi viventi sono molto sensibili alle azioni indotte da agenti e.m., cioè da onde e.m. di ogni tipo ed ordine, alle variazioni ecologiche connesse con i ritmi cosmogeofisici. L'interazione con dipoli spaziali (effetto Lakhovsky-Callegari) è massima alla risonanza...

Ogni organismo vivente ha una propria soglia bio-elettronica di accomodamento naturale istantaneo. Se tale soglia viene superata s'instaura una condizione di squilibrio radiobiologico.

 

 

“Trasferite le nozioni testè ricordate nel campo dell'organismo umano le troviamo subito convalidate ed ampliate dal K-esperimento (I), Cap. 4, Parte I, e per ciò siamo indotti a ripassare e ad analizzare con ragionata «mentalità radiobiologica» i problemi discussi dalle letterature tradizionali (spesso auliche e manierate, bizantineggianti all'eccesso) della Biologia e della Medicina, problemi che — grazie al K-metodo (possiamo parlare di «Radiobioscopia in microonde hertziane", metodo già auspicato (1932) da G. Marconi ed altri Pionieri della radio(bio)fisica) — possono essere tradotti in termini numerici semplici ed eloquenti. E si giunge ben presto alle conclusioni essenzialiqui esposte, da ritenere:

(a) Il concetto statistico(base dei metodi attuali ordinari) è subordinato al concetto di individualità postulato da Ippocrate.

(b) La cosiddetta malattiaè in realtà uno squilibrio bio-elettronico, uno sfasamento rispetto alla standard individuale, i cui effetti si ribattono sul complicato regime bio-chimico. Sintomi e disturbi (soggettivi ed oggettivi) sono effetti più o meno complessi di cause da cercare altrove e da mettere in chiaro se si desidera tentare qualcosa di utile per ristabilire l'equilibrio.

(c) Il rimedio o farmacova inteso quale agente di un’azione rifasatrice. Un rimedio è tale soltanto se rispondente al principio di complementarietà (analogia con l'ottica: due colori (luce) si dicono complementari quando la loro sovrapposizione dà del bianco. Per es.: blu e giallo. Quest’analogia non deve sorprendere perchè il «teorema radiobiologico» è in chiave elettromagnetica!).

(d) La crasi umoraleha il significato di isoenergismo biologico. E' condizione essenziale per un normale scambio osmoticoe per un costante processo di ricambio cellulare. La discrasia umorale(acida, alcalina, alterna) compromette (talvolta irrimediabilmente) l'efficacia delle «naturali difese organiche» (sovente discrasia alterna e distonia ipofisaria si associano, generando distonia dell'ipocondrio. La discrasia umorale disfrena il «mondo microbico e virale» (Vedi Appendice - Tabella II, microbiologia, e relativa nota, nonché il testo 5 - Appunti).

(e) La Ipofisi, ghiandola pilota della costellazione endocrina (ottimamente illustrata ai non addetti ai lavori dall'esimio Prof. A. Fontana), può essere comparata ad un «triodo elettronico a funzioni multiple». E' il «bilanciere» dell'organismo umano. La sua instabilità oltre i valori di «soglia» o la sua distonia incidono negativamente sul regime umorale e sul regime neuro-vegetativo. A parte, s'intende, le gravi conseguenze specifiche della sua disfunzione.

(f) L'epidermide (giusta una tardiva ammissione del Salmanoff, basata su sue osservazioni) deve essere riguardata anche come un organo para-endocrino, irrorato dalla rete vaso-capillare periferica. La K-indagine (1947) ha permesso la localizzazione in determinate zone epidermiche di «placche sensibili» (dette placche-antenna) che risultano in K-risonanza con determinati organi e sistemi interni. Vedi Capitolo 6, Fig.  G e relativa tabella descrittiva. Le placche antenna (malgrado la singolare analogia) non hanno a che vedere con i «punti e meridiani» dell'Agopuntura cinese, nè con la tecnica della Riflessoterapia (Gentile, 1932). Il loro comportamento è bio-elettronico: registrano istantaneamente tutte le variazioni delle standard dell'organo o sistema con il quale sono in K-risonanza (esplorando la placca si traggono informazioni sull'organo corrispondente); sono molto sensibili all’azione indotta da agenti di natura e.m. (agendo in funzione complementare sulla placca si agisce anche sull'organo corrispondente); danno conto del fenomeno di radio-reversibilità attuale a livello dei bio-dipoli.

(g) Lo standard bio-elettronico individualerichiede ad ogni istante che gli elementi, sostanze etc. che costituiscono l'organismo (il cui numero è indefinibile) siano presenti ed attivi nei giusti rapporti di qualità-quantità e che le loro variazioni in più o in meno non superino una certa «soglia» di tolleranza biologica. Se queste condizioni di «isoenergismo» sono alterate da eccedenze o da deficit l'equilibrio radiobiologico è più o meno compromesso. Il metodo tradizionale in uso nell'occidente (così usano oggi scrivere gli autori conformisti, come se la Terra – abitacolo di tutti – fosse spaccata in due!) si avvale delle analisi di laboratorio (accertamenti), intorno alle quali, avvertono il Kahn ed il Salmanoff, vi sarebbe molto da dire in quanto ad attendibilità delle deduzioni... Il K-metodo permette la rilevazione istantanea di tutti quei dati tecnici che possono stimarsi utili a completare il quadro analitico comparato pertinente un dato caso. Cioè indica le divergenze positive e negative delle componenti in atto. Gli fk sono grandezze elettroniche il cui valore è realeed il cui significato può essere tradotto nelle terminologie in uso (vedi Tabellario generale), onde poter dialogare con gli operatori d’altri metodi. Ovviamente, tali dati sono riferiti allo standard individuale e non ad una supposta ed inesistente «media statistica»!

(h) L'azione strumentale di K-rifasamento(in appoggio alla terapia condotta con rimedi tradizionali suggeriti dalle varie Scuole) può essere affiancata dal processo Radiocromoterapicoe dal processo K-climatoterapico (Callegari), di cui alle nozioni riportate al Capitolo 6.

 

“L'applicazione del K-metodo, grazie alle prestazioni sinceramente sorprendenti del Dispositivo CRC, richiede soltanto un minimo di addestramento da parte dell'operatore. L'impostazione strumentale, come si è vista nella Parte I, varia in funzione degli scopi, ma la dinamica del sistema resta la stessa. Infatti, le reazioni K-oscillometricherisultano sistematiche ed univoche per tutti gli operatori, in tutte le ore della giornata, in tutti i giorni dell'anno e senza «fading»!.

Tutti i metodi impiegati dalla Biologia e dalla Medicina sono validi entro i loro naturali limiti. Il K-metodo non rivoluziona nulla, collabora con tutti e, integrando le attuali possibilità della Scienza nella lotta contro i morbi, mostra che lo immobilismo di certe baronie specialisticheha fatto il suo tempo...

In Biologia e Medicina nulla è assoluto: primo, perché l'organismo umano è una struttura estremamente complicata, nella quale nessun organo può essere considerato superfluo; secondo, perchè una data situazione patologica cause remote, finanche prepartuali, quali il trauma e lo stress; terzo, perché la farmacologia industrializzata è il può trovare più delle volte una fabbrica di jatrosi. Nel corso dell'Assemblea dell'OMS, a Ginevra, giugno 1975, il Direttore Dr. H. Mahler, ha affermato che la stragrande maggioranza dei circa 100 mila prodotti farmaceutici disponibili in occidente sono inutili!

Una «critica costruttiva» fa bene alla salute: la scienza fondata sui Congressi e sulle Colazioni di lavoro (!?) pretende di far la guerra anti-cancerotica frazionando le ricerche e moltiplicando le misture sintetiche. Perché non bonifica l'appestato e mefitico ambiente ecologico? Perché finge di non conoscere l’adulterazione generale e sistematica dei generi alimentari di consumo, persino degli ortaggi? Perché intossica le campagne con nubulizzazioni velenose senza nome? Ignora, forse, che nella cellula atipica l'ambiente umorale normale è sostituito da un ambiente idrocarburale aromatico?..

Questo problema scabroso della Biologia-Medicina è forse un capitolo aperto all'infinito?

 

“I casi proposti allo studio con K-metodo sono solitamente nebulosi alla diagnostica ordinaria o resistenti alle normali terapie. L'Operatore CRC è un tecnico chiamato a collaborare per un'opera Sociale. Recepita con chiarezza la tecnica del K-metodo, egli deve formarsi una cultura (almeno generica) intorno ai problemi biologici.

 

“La K-Teoria (Teoria Radiobiologica Callegari, ndr) afferma (convalidata dal K-esperimento) che ogni essere vivente, dall'unicellulare dei due regni all'uomo, è caratterizzato da una λk differenziata. Questa onda è simile alla luce naturale, cioè formata da un grandissimo numero di componenti «come monocromatiche»... Tra essere vivente e spazio-ambiente esiste la mutua induzione per cui la condizione di equilibrio biologico (sanitas) dipende anche dalla condizione di equilibrio geofisico e dalla capacità di pronto «accomodamento» entro i limiti di tolleranza naturale dell'individuo.

La sensibilità degli organismi viventi alle variazioni ecologiche di natura elettromagnetica ed ai georitmi è grandissima... La «radiocromoterapia» (Callegari, 1945) su base complementare specifica mostra la sensibilità degli esseri viventi all'azione «radio-osmotica» dei colori-pigmenti su reticoli fibrosi vegetali.

Ogni organismo vivente è un sistema vibratile nello spazio vibratile! L'organismo umano è il più complesso di tali sistemi ed ogni individuo di tale specie va considerato e studiato quale unità psico-biofisica, per cui, nel caso di alterata funzionalità biologica, non è la malattia per se stessa che deve essere curata bensì l'individuo malato. Cioé: la malattia è nient'altro che un nome per classificare un dato «squilibrio bio-elettronico», come il rimediointende esprimere il concetto di «azione complementare» ancora in senso bio-elettronico!

Parlando di «sfasamento, distorsione» (malattia) e di «rifasamento» (rimedio) si sarà più vicini alla realtà dei fatti.

La condizione di equilibrio radiobiologico (sanitas) è legata alla stabilità dell'onda biologica generale (x), secondo i valori dello «standard» individuale nel campo cosmogeofisico. Questo «standard» individuale concerne i «valori discreti» di una banda di risonanza (λk) che possiamo definire di naturale tolleranza accomodamento rispetto alle condizioni più o meno costanti del campo vibratile esogeno od ambientale.

Poiché l'onda biologica generale (x), come più sopra ricordato, non è monocromatica, la sua stabilità è intimamente legata anche alla stabilità delle sue componenti stazionarie od onde endogene (y), il cui numero è indeterminabile, ma le cui grandezze intrinseche (fk, ampiezza e fase), per ragioni di naturale equilibrio energetico, devono essere governate da rapporti quasi costanti, sì da conservare, in regime di normale equilibrio radiobiologico, i valori discreti (isoenergismo) dello standard individuale.

Ogni variazione in eccesso od in difetto del valore-base (o rapporto standard delle grandezze intrinseche) delle onde endogene (y) costituisce una «reazione» sull'onda generale (x), in funzione accelerativa o decelerativa, operando uno sfasamento positivo (+) o negativo (—) più o meno sensibile dello standard che governa il sistema. Si parla allora di squilibrio radiobiologico, di malattia, di distonismo... E poiché i valori di «sfasamento» rispetto al detto standard, positivi o negativi, interessano archi di 90°, essi risultano caratterizzati da un quadro «n» crescente da 1 a 90.

Ne discende che le condizioni radiobiologiche possibili sono quattro e possono essere descritte da altrettanti binomi:

x  ±  y°  = equilibrio, crasi, isoenergismo, sanitas, standard normale.

x  +  yn  = accelerazione, eccedenza, ipertrofismo, infiammo, discrasia acida, sfasamento +.

x  –  yn  = decelerazione, deficit-carenza, ipotonismo, torpore, discrasia alcalina, sfasamento ‒.

x  ±  yn  = distonismo, discontinuità alterna, distorsione della funzionalità.

Questa interpretazione radiobiologica dei fenomeni biologici definisce chiaramente, in forma individuale ed attuale (o dinamica), non soltanto i limiti dell'equilibrio, (sanitas) e dello squilibrio (malattia, distonismo) bensì anche le condizioni indispensabili per il restauro dello standard:

1) — Soltanto dopo aver scoperto le cause e la dinamica dello squilibrio o sfasamento è possibile scegliere ed applicare il metodo ed il rimedio convenienti;

2) — La terapia «sintomatica» non è un rimedio, ma un espediente del tutto probabilistico. Un rimedio, per essere considerato tale a fronte di una data situazione, dev'essere complementare; cioè esso deve agire in direzione positiva sul sistema «sfasato» senza indurre «sfasamenti» e «distorsioni» sugli altri sistemi.

3) — Se il rimedio complementare consiste in una azione biochimica associata ad una azione strumentale di «rifasamento» (Dispositivo CRC), quest'ultima può essere indotta sia sulla onda generale (x), cioé sul bio-risonatore, quanto sull'onda endogena (y), cioè sul bio-rivelatore / utilizzatore, quanto su entrambe. E' evidente che lo strumento induttore dev'essere coerente, funzionalmente «omogeneo», con il sistema sfasato...

 

“Le «contestazioni» diagnostiche sono più frequenti di quanto si ritenga. I «conformisti», di fronte ad una K-rilevazione che pone in dubbio il loro parere, tendono a trincerarsi dietro il comodo «credere-non credere» quasi ignorando (per quieto vivere?) che la politica dello struzzo è sbagliata ed antiscientifica. Transeat! Sia comunque ben chiaro che il K-metodo non si erge a censore. Se vi è divergenza, esso cerca di rilevare dati che possano meglio inquadrare il caso. Se vi è convergenza, esso fa del suo meglio per reperire dati non acquisibili con altri metodi. In ogni caso, la K-indagine si preoccupa sempre di verificare i dati esposti dai clinici e resta autonoma per quanto attiene alle possibilità del K-rifasamento strumentale di cui detiene il privilegio!

 

“Al K-Operatore generico, il quale è un tecnico e non è necessariamente un Medico abilitato alla professione sanitaria, per quanto possa anche esserlo, compete soltanto di indicare i dati ed i riferimenti emersi dal K-reperto. I quali possono orientare il Medico nella direzione giusta, con guadagno di tempo prezioso e, comunque, nella direzione meno sbagliata...

 Il K-Operatore si trova quasi sempre impegnato sul fronte dei «casi limite» cioè gli viene richiesto di fornire un quadro di dati tecnici (invano cercato altrove) inteso a schiarire le nebulosità (diagnostiche e terapeutiche) che persistono intorno ad un dato caso particolare, sovente già in fase critica o cronica. In genere si tratta di situazioni quasi drammatiche che interessano l'endocrinologia, la cardiologia, la tisiologia, l'oncologia, la malattia reumatica, l'episodica virale, la neurologia.

E' chiaro che in tali circostanze si deve cercare di spremere il meglio dal K-metodo e dallo strumento radionico, naturalmente procedendo con prudenza di giudizio e con le dovute riserve. Il lettore e l'operatore troveranno al Cap. 5 (come già detto alla nota 42) alcune indicazioni pratiche tratte dalla mia esperienza personale.


Il giudizio sereno, obiettivo e responsabile intorno al K-metodo ed alla sua efficacia-utilità in questioni radiobiologiche non spetta a chi scrive, bensì agli studiosi ed agli utenti.

 

“La Scienza cammina in avanti ed ogni suo capitolo è aperto all'infinito. I concetti, i metodi ed i mezzi della Biologia e della Medicina sono perfettibili nel tempo. L’immobilismo è deteriore ed ha fatto il suo poco confortevole esperimento. Basta scorrere la cronaca per rendersene conto. Tra i fatti più sconcertanti appare l'inquinamento atmosferico ed ecologico che i Biologi ufficiali sembrano aver scoperto soltanto adesso!...

E' chiaro che la vasta gamma dei K-esperimenti in radiobiologia offre un’esauriente dimostrazione del «teorema radiobiologico». Tali esperimenti avrebbero risultato nullo se alla base dei processi vitali d’ogni ordine non vi fosse operante il regime bio-elettronico. Così stando le cose, il metodo di K -radioscopia in microonde hertziane non ha nulla di misteriosofico, di metafisico e di trascendentale! La sua applicazione in radiobiologia è perfettamente logica, coerente, pratica, efficace ed utilissima.

 

“Se la Medicina occidentale non ha per scopo la «industrializzazione della sofferenza» deve scrollarsi di dosso due «malattie» invisibili, clinicamente parlando: il logomachismo dei baroni e la mentalità della struzzo.

Un paio d’aforismi che richiamano lo studioso alla modestia ed alla prudenza:

il Filosofo: le teorie, in genere, sono tutte suggestive finché il tempo non le convalida o le affossa!

il Medico per vocazione: la Medicina, quando è chiamata ad intervenire, si propone di arrecare all'organismo il minor danno passibile!

 

“…Ma bisogna non trascurare la triade «duodeno-tonsille-appendice cecale». Per esempio l'ambiente duodenale normale è alcalino e questo viscere elabora anche l'ormone secretina, stimolatore della funzione insulinica del pancreas (isole del Langerhans). Se vi è duodenite (fatto che impegna quasi sempre l'ampolla del Vater) od ulcerazione (qui bisogna indagare sulla sua natura) la secretina è inibita. L'ambiente appendicolare è pure alcalino; quest’organo a struttura linfatica combatte la «flogosi intestinale» e se viene sottoposto ad un eccesso di funzione difensiva può esso stesso cadere in regime di flogosi (risentimento appendicolare, appendicite, ascesso). Ora, quest’incidente è quasi sempre preceduto da duodenopatia acida; il che fa dedurre che tra le funzioni dell'appendice cecale ve ne sia una para-endocrina. Le tonsille, infine, hanno pure una struttura linfatica ed una funzione difensiva: l'ipertrofia tonsillare, nei giovanissimi, si accompagna a disturbi della crescita (facies adenoidea) e dello sviluppo psichico (ritardo) quando non incide negativamente anche sul sistema renale (nefrosi); la soppressione delle tonsille, poi, agisce negativamente sulle ghiandole sessuali. Da tutto ciò si deve dedurre che anche le tonsille nascondono una funzione para-endocrina.

Si può pensare che tonsille ed appendice siano i due estremi di un bio-dipolo avente il centro elettrico proprio nel duodeno!

 

“In entrambe le discrasie (acidosi e alcalinosi umorale arteriosa, ndr) affiora tra le cause l'instabilità ipofisaria ( x ± yn ) di cui ho parlato sopra. Ma questa è determinante nella discrasia alterna, caratterizzata dalla fks = 7,000/7,050, la cui incidenza turba il normale processo bio-osmotico (nutrizione e ricambio cellulare).

I valori complementari (rimedi) fkr = 1,000/1,050 visti in (b) sono qui associati agli fkr = 1,900/1,950 visti in (c).

Questo tipo di discrasia (alterna, ndr) che, al limite, può favorire le anarchie cellulari, ha un andamento ambiguo ed è oggi diffusissimo a causa della «civiltà» (?!) tecnicisto-consumistica» in merito alla quale sta prendendo posizione la O.M.S. (Organizzazione Mondiale della Sanità, ndr), tardivamente purtroppo!

Non è mia competenza discuterne, ma è mio dovere avvertire che il valore fk = 7,050 (242°) caratterizza un errato rapporto (rispetto allo standard individuale) tra colina e colesterina rivelando l’esistenza di uno squilibrio persistente a livello della funzionalità epatica.

E' quanto dire che il nostro «laboratorio bio-chimico» è in crisi per eccesso di lavoro nel tentativo di metabolizzare gli agenti dell’infestazione idrocarburale aromatica!

 

“Microbiologia - I microbi, di cui una varietà è rappresentata dai virus (non filtranti) e dagli ultravirus (filtranti), sono individui vegetali unicellulari, privi di clorofilla, caratterizzati da specifico fk (vedi Tab. II), che abbisognano d’ambiente umorale (acido od alcalino) adatto al loro sviluppo.

La K-indagine convalida il concetto Costituzionalista (solo in parte condiviso dalla Medicina allopatica, almeno fino ad oggi) secondo il quale nel nostro spazio normale (non aseptico) sono presenti tutti i microbi (compresi virus ed ultravirus), i quali, nei riguardi dell’organismo umano in «crasi umorale», sono essi stessi in crasi per cui si comportano come elementi statici o devitalizzati.

Il problema «anti-virale» esige di procedere contemporaneamente in due direzioni: azione antibiotica e chemioterapica, azione anti-discrasica o di bonifica organica.

La «operazione vaccini» induce alla prudenza. Il vaccino opera una «rivoluzione» che potenzia in una certa misura ed in una certa direzione (scoprendo, però, tutte le altre direzioni!) la difesa organica; ma quest’organizzazione difensiva (che è relativa) richiede un certo tempo (e non è scevra da rischi ed inconvenienti immediati e futuri) e può risultare superata dagli eventi.

 

“Metaplasia e atipia cellulare. …La comparazione dei dati (Callegari fa riferimento ai risultati dell’analisi radionica da lui condotta nel periodo 1966-1969, ndr) mostra l’evidente alterazione (per fasi) del metabolismo cellulare, alla quale deve a fortiori conseguire una variazione morfologica e, con questa, una variazione bio-elettronica. In altri termini: il bio-dipolo cellula è strutturalmente modificato con aumento delle dimensioni fisiche e alterazione della forma e ne consegue un aumento della λk propria di risonanza o, come si dice in spettroscopia, slittamento della λ verso il rosso.

Le conclusioni le abbiamo già scritte e possiamo soltanto dare un suggerimento completivo:

«... la lotta anti-oncogena va condotta sul piano della «profilassi (bonifica organica) non con additivi, bensì «riducendo alla soglia di tolleranza biologica individuale «il quanto di agenti inquinanti. L'idea di un chemio-pan-rimedio è un sogno alchimistico, perché gli uomini «vivi» sono «unità psicobiofisiche differenziate».

 

“K-Radiocromoterapia (1945-47). I colori-pigmenti, stesi su reticoli fibrosi vegetali (cotone, lino, canapa) e su reticoli di seta da baco, di raion e di taffettà (non nylon), esplicano per semplice contatto epidermico (anche al buio) sugli animali e sull'uomo un'azione «radio-osmotica». Nell'uomo tale azione è massima se i centri d’applicazionesono le placche-antenna (Fig. G) ed è terapeutica se lo fk del reticolo-colore è complementare ad una data condizione radiobiologica di squilibrio. La gamma omologa dei campi colore, dal violetto limite (3800 UÄ) al rosso limite (7300 UÄ), comprende la gamma del grigio quale versione in bianco-nero dell’intero spettro visibile.

 

“K-climatoterapia (1947-49). Un’immagine bianconera o a colore (per esempio il fotogramma su pellicola, o diapositiva, od anche una semplice cartolina illustrata) proiettata su schermo attraverso un campo K (canale radionico definito dall’accessorio LK/a applicato all'obiettivo del proiettore), specificamente condizionato(manopola 23 regolata sullo fk dell'immagine), estrinseca nello spazio circostante un effetto K-spaziale (legato all’effetto K-radioplastico selettivo, monocularmente percepibile dall'osservatore) la cui proprietà è di stimolarenell'osservatore la sua connaturata «sensibilità» alla percezione «psico-ecologica» (per tutte le immagini) e «psico-cromatica» (per le immagini in chiaro-scuro).

Se tale immagine è scelta per modo che la «stimolazione» sia modulata per l'onda complementare di una data situazione di squilibrio radiobiologico, l'effetto biofisico sull’osservatore (reazione indotta) è terapeutico sui generis.

Ne discende che la selezione delle immagini utili per una K-climatoterapia (individuale e collettiva) è compito del tecnico che vi si dedica, il quale deve essere necessariamente un Operatore CRC (rilevazione dei dati tecnici ). Propongo, per chiarezza, due tipici esempi:

(A) — Paesaggio alpino, ricco di verde (prati e pini in primo piano), caratteristico del «clima clorofilliano resinoso balsamico»; fk = 1,850 (102°). La K-immagine su schermo induce sugli osservatori la sensazione sui generis di «aria fresca montagnarda» particolarmente gradita ai bronchitici ed ai neuro-depressi.

(B) — Paesaggio marinocon largo specchio di mare in primo piano, caratteristico del «clima salso iodico di mare» fk = 2,000 (110°). La sensazione sui generis è particolarmente gradita ai linfo-reumatoidi ipotiroidei ed assai meno ai neuroreumatoidi ipertiroidei.

Nei due casi proposti (e negli altri possibili) la sensazione «psico-ecologica» si attenua man mano che gli osservatori vi si «acclimatano».

Se le due immagini su proposte sono in bianco-nero i risultati d'insieme sono gli stessi, giacché la stimolazione della percezione «psico-ecologica» è la stessa.

Un’immagine bianconera, attivata fk 3,000 / 3,333, stimola la percezione «psico-cromatica» inducendo la sensazione del riferimento omologico-cromatico del «campo grigio» vista al precedente punto I.

 

“Colture su terreno (K-potenziamento) di semi di cereali, tuberi, ortaggi, fiori, piante da frutto, etc. Un terreno ordinario di coltura può considerarsi di buona qualità se al K-radiomicrometro risulta caratterizzato dal valore fk = 4,650.

Il metodo per accertare questa condizione è lo stesso indicato per il brodo di coltura in vitro. Un piccolo campione del terreno in studio viene posto su vetrino collocato in 21 (KF). Se si regola la 23 per fk = 4,650 Z sulla verticale di 21 ruota soltanto se il campione di terreno è idoneo. Se la rotazione è ellittica vuol dire che il terreno ha un deficit di potassio (da correggere). Se non si ha la rotazione, Z oscilla indicando il valore fk del terreno in esame, terreno di bassa e bassissima qualità rispetto al tipo medio normale.

Comunque, anche nelle condizioni meno favorevoli di terreno di coltura, lo sviluppo-crescita degli elementi indicati nel titolo può essere potenziato (rispetto ai valori usuali) effettuando la coltura entro un campo K (come nello schema Fig. 6/a) regolato per fk = 3,000.

da “RADIONICA E RADIOBIOLOGIA” Edizioni Spazio Uno sas – Napoli – 1980 (PARTE II “RADIOBIOLOGIA” Capitoli 1, 2, 3, 5,6)

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“K-OLOGRAMMI. In natura esistono delle strutture fisico-formali inaccessibili ai mezzi d’osservazione diretta e di osservazione indiretta con strumenti di concezione tradizionale. La stessa struttura endogena profonda della Terra (e dei Pianeti del Sistema Solare) fornisce l’esempio pratico più eloquente.

E' chiaro che codeste strutture sarebbero destinate a rimanere sconosciute, in tutto o in parte, a causa dei limiti degli strumenti disponibili.

Orbene, tale handicap può essere attenuato grazie al metodo della Ipotesi  K-Ologrammale.

Si definisce K-Ologramma un test caratteristico, redatto graficamente con inchiostro di china nero (semiconduttore) e colori-pigmenti su un supporto di carta bianca o bristol (dielettrici colloidali), la cui λk (o, più esattamente, lo fk corrispondente) risulti strumentalmente, al K-radiomicrometro, eguale a quella di una data (nota o supposta) struttura fisico-chimica (sostanza od altro), per modo che tale test — posto nel campo K (come un campione od una foto) — dia luogo alle K-reazioni oscillometriche che normalmente si rileverebbero operando sulla struttura stessa e sulla foto di questa.

Un esempio pratico è illustrato — scala al vero — dalla Fig. 7: è il K-Ologramma del cloruro di sodio (NaCl), fk = 1,560 (87°), con le K-componenti del Sodio (Na), fk = 0,920 (58°) e del Cloro (Cl), fk = 4,310 (159°).

 

“Nella pratica, il K-Ologramma è assimilabile ad un K-circuito stampato ad onda di risonanza di valore fisso. Se si riflette che un K-Ologramma può includere anche da 7 a 9 azimutali, selezionabili, si riconosce facilmente che esso può costituire un buon appoggio per la risoluzione di

problemi particolari di ricerca.

Il K-Ologramma, insomma, è una finezza radionica, come lo sono per i matematici le equazioni, fondata sulla composizione geometrica (energia di forma e di posizione). Quando esso viene collocato nel canale K rivela una proprietà dinamica intrinseca e caratteristica (non prevista dal nozionismo tradizionale e legata al principio della K-equivalenza) il cui aspetto prevalentemente qualitativo (K-risonanza) associa un quanto energetico sufficiente ad apportare un K-segnale d'interazione rivelabile mediante K-radiomicrometro.

La metafisica e la fantascienza qui non c'entrano affatto! E' facilmente deducibile che il K-Ologramma di una pseudo-struttura fisica (pseudo in quanto non esistente in Natura, cioè non possibile) ha una proprietà dinamica nulla, perché manca la K-risonanza con la cosa reale, cioè lo scambio mutuo d’energia, similmente a quanto accade tra un oggetto e la sua ombra!

Con la tecnica dell’ipotesi K-Ologrammale, procedendo con pazienza e metodo, è possibile il tentativo di ricostruzione storica di una struttura fisica attuale.

 

“Dalla K-ricostruzione cronologica della Terra (1946), si è dedotto che la «vita» fondata sul carbonio, quale noi la concepiamo, è molto attendibilmente apparsa intorno ai 2 miliardi d’anni fa quando la mappa primaria del Geoideera costituita da una litosfera e da una idrosfera immerse nell'atmosfera primaria mefitica.

Secondo tale K-ricostruzione cronologica, la Terra avrebbe iniziato il suo «curriculum» 5 miliardi d’anni fa, quale sfera di materia eterogenea allo stato gassoso risultante dalla nucleazione del protopianeta anulare, 7° in ordine K-cronologico del Sistema Solare. La solidificazione stratificata dovette concludersi, in uno con la formazione di un’atmosfera primaria mefitica, appunto intorno ai 2 miliardi di anni fa, per cui a tale data deve farsi risalire l'inizio dell'Era Azoica (= senza traccia di vita) e della fase d’assestamento e modellamento primo della crosta terrestre, secondo il principio d’isostasia.

A 1750 milioni di anni fa deve farsi risalire il delineamento abbastanza stabile dell’impianto litosferico, come mostra la Fig. 9, ed in tale epoca si sarebbe rivelata, quale evento eccezionale della natura, l'amminoacido primitivo, molecola metastabile o protogene evoluente dell'Era Archeozoica (= alba della vita), la cui evoluzione in cellula autotrofa primaria (alga diatamea), attivante il processo continuo della fotosintesi clorofilliana, si sarebbe compiuta 50 milioni d’anni dopo nell'acqua dolce arricchita da tracce di sali.

In seguito all’arricchimento di ossigeno libero nell’atmosfera, intorno ai 1600 milioni d’anni. fa, poté rivelarsi la cellula eterotrofa primaria, o animale (ameba primaria), nell'acqua dolce leggermente arricchita di sali diversi, tra i quali frazioni indispensabili di cloruro di sodio (NaCl).

Forme più evolute e più complesse delle cellule dei due regni devono essere apparse soltanto 150

milioni d’anni dopo, cioè circa 1450 milioni d’anni fa, nell’organizzazione caratteristica di bacteri e fermenti e muffe...

 

 

 

 

“La prospezione su K-planetario (Tav. II App.) e su Regolo K-cronologico (Tav. III App.) si svolge, evidentemente, ai limiti delle possibilità strumentali del K-metodo. Le indicazioni mostrano che molti aspetti dell'Universo osservabile (il quale, tra l'altro, appare in espansione relativa (Huble)) sono probabilmente condannati a rimanere a noi sconosciuti.

Il Sistema Solare, nella sostanza, analizzando le K-rilevazioni, appare un campione in miniatura dell'Universo. I Pianeti sono «figli del Sole», cioè derivano tutti (come la Terra) dalla Nebulosa Solare primitiva (Kant-Laplace). Lo si deduce dalle «età» differenziate. La «filiazione» sarebbe cominciata 50 miliardi d’anni fa con Plutone, dall'esterno verso l'interno, e non è (forse) ultimata con Mercurio. In proposito, ne accenna anche il Cosmologo Bendandi da Faenza...

Le informazioni sull'Universo, dopo alcuni millenni di osservazioni e di studi sono tuttora frammentarie. Sono ancora ben lungi dall'essere esaurienti anche quelle inerenti la nostra stessa casa, la Terra!

 

Mediante la Cronologia geologica(divisa in 5 Ere, dall’Archeozoica alla Neozoica) la Scienza è pervenuta a ricostruire grosso modo la «storia della Terra» dell’ultimo miliardo e mezzo, circa, d’anni. La «storia» dei precedenti tre miliardi e mezzo d’anni riposa quasi completamente sulle ipotesi, sulle deduzioni analogiche e sulle congetture.

La K-indagine offre alcune nozioni in più.

Si stenda sulla plancetta CR (7) il grafico K-Planetario Tav. II. Si regolino 10 e 23 (dopo aver assolto alle varie norme inerenti l'uso del Dispositivo CRC) per gli  fk = 1,600 (acqua dolce), 1,560 (acqua salata), 4,758 (ossigeno), 5.750/5,751 (Specie Homo), 0,256 (amminoacido primario o protogene evoluente fondamentale), 1,000 (cellula autotrofa), 1,080 (cellula eterotrofa): si rileverà che per tutti tali fk  Z sulla verticale di 21 ruota in modo ampio e persistente soltanto quando la PE tocca sul K-Planetario il dischetto nero afferente al Pianeta Terra; su tutti gli altri dischetti afferenti agli altri Pianeti ed a quello afferente al nostro satellite Luna, la reazione di Z è un’oscillazione!

Le deduzioni sono evidenti e non abbisognano di ulteriore commento. Ma la K-indagine permette di recepire qualche altra nozione. Essa, anzitutto, conferma la validità della Cronologia geologicasu ricordata; poi propone una K-Cronologia delle trasformazioni di struttura, l'ultima delle quali (quella iniziatasi meno di 1 milione d’anni fa) è caratterizzata dalla comparsa della Specie Homo nello habitus assolutamente primitivo dell'Australopiteco della Rhodesia o Homo di Dart.

Vediamo come si giunge strumentalmente a definire tale K-cronologia…….

 

 

 

TAV. III — Regolo K-cronologico.

A-B: ultimo milione di anni; B-B'-C-D: ultimi 5 miliardi di anni (la scala è in milioni); D-E: da 5 a 1000 miliardi (1 trilione); Disco F: tempo infinito (universo). Quadrilatero a-b-c-d: frazioni di tempo ultimi 100 mila anni. Ax° e ax°: tacche del tempo presente. Tacche particolari: H (760 mila anni fa) = rivelazione Homo; c.a. (cellula autotrofa) e c.e. (Cellula eterotrofa) = 1740 e 1650 milioni anni fa. H hab (Homo habilis); H sap (Homo sapiens).

 

 

“Ne segue, alla luce della K-indagine, che l’ipotesi di A. Wegener — detta Teoria delle translazioni continentali od anche (impropriamente) della Deriva dei continenti — potrebbe avere qualche punto di attendibilità soltanto se la Pangea (da cui parte tale ipotesi), dal Wegener situata nel Carbonico Inferiore (circa 350 milioni d’anni fa), venisse fatta risalire almeno a 2 miliardi e mezzo d’anni fa.

 

 

“Veniamo alla Antropologia vera e propria, dopo l’escursione Paleogeografica dello habitat. Abbiamo già visto che la K-indagine ha fornito delle indicazioni su quest’argomento:

1°) Tra il mondo animale, comprendente gli Antropoidi (dalla scimmia caudata, al Proconsul, al Gorilla attua1e), e la Specie Homo (dall'Australopiteco della Rhodesia all'attuale Homo Sapiens-sapiens) esiste un abisso, dato che un certo legame (peraltro notevolmente differenziato) è di puro ordine biofisico.

La classe più «evoluta» del mondo animale è rappresentata dai mammiferi, dei quali l'attuale Gorilla (primato antropoide) e l'attuale Orango (il cosiddetto «uomo della selva» abitatore delle foreste di Sumutra e del Borneo) rappresentano un vertice.

Lo fk degli antropoidi ora citati è 4,850/4,851 e caratterizza un'onda biofisica specifica risultante di un certo numero (indefinibile) di K-componenti. Il K-Ologramma corrispondente, verificato al K-radiomicrometro, è riprodotto nella Fig. 12/a, cerchio interno rosso.


Lo fk della Specie Homo (dal soggetto assolutamente primitivo, Homo di Dart, al soggetto sapiens-sapiens attuale) è 5,750/5,751 e caratterizza un'onda psicobiofisica che è la risultante di due K-componenti principali:

 


 

Fig. 12/a-b: K-Ologrammi dei Primati antropoidi (a) e dei soggetti Umani (b), dall’Uomo primitivo di Dart (Rhodesia) all’attuale Homo Sapiens-sapiens


fk = 3,753 (onda biofisica, formata da un numero indefinibile di K-componenti, propria della struttura biochimica-organica) ed fk = 9,001 (onda fotopsiconica).

Il K-Ologramma corrispondente, verificato al K-radiomicrometro, è riprodotto nella Fig. 12/b, cerchio interno nero diluito con sfumature di marrone scuro.

II semplice esame comparato dei due K-Ologrammi è sufficiente a dimostrare il perfetto distacco della Specie Homo dalla scala animale propriamente intesa.

2°) La data di nascita del mondo animale risale a oltre 1 miliardo d’anni fa, ma la comparsa della Specie Homo è un evento di appena 800 mila anni fa…..

 

 

“Le matrici degli antropoidi e della Specie Homo sono assolutamente differenziate sin dall'origine e le loro evoluzioni corrono su binari separati.

La presunta specie «Ominidi», supposta dai Darwinisti, appare una raffigurazione di comodo, adatta soltanto a classificare i super- primati specializzati.

L'Uomo di Dart, certamente presentava spoglie pseudo-scimmiesche e copiava atteggiamenti e comportamenti simili a quelli dei primati antropoidi specializzati; ciò nonostante esso appare il risultato di un evento puro della Natura, le cui cause restano, insieme alla loro dinamica, inesplicabili. E' un fatto che i primati specializzati (o Super-primati) tali sono rimasti, mentre l'Uomo si è rapidamente evoluto biofisicamente e psichicamente, dimenticando ben presto quasi completamente atteggiamenti e comportamenti propri dei super-primati.

Il disaccordo tra Darwinisti (evoluzionisti) e dogmatico-fideisti (teologi) è forse soltanto formale e retorico, però è causa d’immobilismo.

 

“Il K-metodo d'indagine può rendere utili servizi anche nel campo della Etnologia, scienza che studia le stirpi e le migrazioni dei popoli.

I problemi che si affacciano allo studioso sono molti, ma possiamo limitarci alla descrizione di tre K-esperimenti fondamentali a valere come modello.

La Etnologia è essenzialmente legata alla Storia dell'Uomo e, attraverso lo studio dei reperti archeologici e dei reperti fossili, ha racimolato informazioni ed ha costruito situazioni (se pure in forma frammentaria) d’organizzazioni umane (Civiltà) succedutesi negli ultimi 7-8 mila anni, sul Continente Antico (Cina, India. Mesopotamia, Egitto, Regioni Mediterranee).

Se si considera che la comparsa dell'Uomo sulla faccia della Terra risale ad almeno 750-760 mila anni fa (nella Rhodesia, terra dei 4 fiumi) — tanto rivela lo studio dei resti fossili dello Homo primitivo di Dart, venuti alla luce nella regione del Transvaal — e che già circa 600 mi1a anni fa vivevano ed operavano colonie di Homo Habilis (Olduwai, Kenia — reperti fossili umani scoperti da Leaky), ci rendiamo conto che la Storia dell'Uomo dalle sue origini effettive (che non è certamente quella Biblica) è tuttora avvolta in una fitta nebbia che nemmeno le congetture più ardite riescono a diradare.

Il problema fondamentale dell'Etnologo, a mio modesto avviso, è incentrato anzitutto sulla necessità di stabilire (con un buon gradiente d’attendibilità) da quanto tempo, in una data regione o punto della Terra, vi è la presenza dell'Uomo, indipendentemente dal grado d’evoluzione psicobiofisica dello stesso.

Il seguente K-esperimento, avente ad oggetto il Nuovo Continente, vale come modello per qualsiasi altro informato allo stesso scopo….

 

“…Si rileverà che circa 18.000 anni fa l'Uomo era presente in Alaska (prima di tale epoca era assente, come detto sopra), ma non in Patagonia, dove giungerà (evidentemente migrando dall'Asia, attraverso lo stretto di Bering, l'Alaska, le coste del Pacifico) circa 3000 anni dopo! Infatti, la Specie Homo appare presente in Patagonia-Terra del Fuoco in epoca non anteriore ai 14-15 mila anni fa. Si ricorderà che in Asia la presenza della specie Homo risale ad almeno 400/385 mila anni fa (Sinantropo, o Uomo di Pechino), per cui l'uomo avrebbe coperto un arco di tempo di almeno 370 mila anni prima di raggiungere un’evoluzione ed un’organizzazione tale da suscitare in lui il desiderio (tra l'altro utilitaristico, indubbiamente) di spingersi in esplorazione su regioni limitrofe vicine e lontane.

 

“A tal epoca (10-11 mila anni fa, ndr) risalirebbe, dunque, l’inizio della costruzione del manufatto in discorso (Antichissimo tempio, in rovina, dello Yucatan, Messico), buon testimone della Civiltà Maya. Questa informazione è in contrasto con quella degli Etnologi, secondo la quale la Civiltà Maya risalirebbe ad appena il 3° secolo a.C. (cioè a circa 2300 anni fa). E' mia opinione che Etnologi e Archeologi dovranno riprendere in esame il problema «Maya». Probabilmente le loro attuali nozioni concernono una Civiltà Maya relativamente moderna (quella di 2300 anni fa, appunto), le cui vestigia (in rovina), oggi ancora evidenti, altro non sarebbero che i resti di una ricostruzione di manufatti operata in «epoca romana» sulle rovine di una ben più antica Civiltà Maya risalente ad «epoca pre-sumerica», forse distrutta da sisma catastrofico immane conseguente allo sprofondamento in mare di Esmeralda (Equador) ed al sollevamento Andino nella regione del Lago Titicaca (Perù) dove abbondano le vestigia di un'altra collaterale antichissima Civiltà: la Tiahuanacu!

 

 

Fig. 17 — Vaso antropomorfo della Civiltà Tiahuanacu (L. Titicaca), la cui manifattura risalirebbe a circa 5000 anni fa.

Infatti, il vaso antropomorfo conservato dal Museo di La Paz (Bolivia, nei pressi del Titicaca), il cui valore fk risulta 2,900 , rivela un’età di circa 5000 anni, come la statuetta «Dea Istar dei Sumèri», ed è un valido testimone della Civiltà Tiahuanacu.

 

“Agli Etnologi può certamente interessare qualche informazione sul «problema Polinesia». La K-indagine fa dedurre che le Isole della Polinesia, inclusa l'Isola di Pasqua, sono state occupate dall'uomo circa 3500 anni fa. Il Mai è uno dei 500 pezzi simili esistenti nell'Isola di Pasqua. Il sua valore fk risulta 4,650 e la sua manifattura risalirebbe a circa 3000 anni fa. Lo sconosciuto scultore era quasi sicuramente un personaggio d’origine Andina-Tiahuanacu. Una prova indiretta è fornita da un consimile «monolite» detto il frate tuttora esistente a Tiahuanacu (Bolivia, a Sud del Titicaca)!

 

 

 

 

Fig. 18 — Uno dei Mai esistenti nell’isola di Pasqua (Polinesia) la cui manifattura risalirebbe a circa 3000 anni fa.

 

  

da “RADIONICA E RADIOBIOLOGIA” Edizioni Spazio Uno sas – Napoli – 1980 (PARTE III

“INVITO ALLO STUDIO DELLA NATURA” Capitoli 1, 2)

 

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Centro Studi di Radionica e Radiobiologia

 

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“La fenomenologia “radionica” – dalla mia sperimentazione affiorata nel 1938-39 e confermata, analizzata e utilizzata nel 1944-45 – implica formalmente i processi elementari della Radiotecnica tradizionale, ma si sviluppa (con effetti e implicazioni strumentali particolari ed interessanti) prevalentemente nella banda delle lunghezze d’onda hertziane centimetriche, millimetriche e decimillimetriche, banda notoriamente preclusa (per ragioni tecnologiche) agli strumenti radiotecnici ordinari.

 

“Di fatto, mentre i ricercatori d’oltr’Alpe accettavano e studiavano l’effetto Lakhowsky per quanto dimostrava l’esperimento, in Italia si accendeva una polemica tra Elettrologi teorici ufficiali e Sperimentatori (Biofisici) sul terreno di coltura.Inoltre, nel 1932, né gli uni né gli altri dovettero recepire la scoperta di K.A.Jansky (onde hertziane naturali), la quale avrebbe indotto i contestatori a riesaminare il problema, sicché, alla fine del 1937, l’opera e le proposizioni (oscillazione cellulare) di Lakhowsky vennero censurate ed inopinatamente affossate…Cotesto assurdo provvedimento del regime mi apparve un attentato alla  libera  ricerca  scientifica  e  ciò  mi indusse ad impostare, a titolo personale, una sperimentazione, previa un’approfondita analisi radiotecnica del montaggio Lakhowsky, intesa a veder chiaro nel problema.

da “APPUNTI” 1986 ,  punto 5 del Sommario: RADIONICA 1938/1945: Cronologia commentata ed illustrata di una scoperta (1938-45): estensione alle microonde centimetriche e millimetriche, da causa naturale, dei tradizionali processi radiotecnici elementari.